Aldo Ungari ci invia un contributo sul tema delle unioni non matrimoniali; si tratta di un documento firmato da 25 persone (docenti universitari, parlamentari, presidenti di Associazioni tra cui le ACLI, segretari sindacali, assessori e consiglieri comunali di Brescia, ecc) che ha per titolo “Convivenze non matrimoniali e formazione alla vita affettiva dei più giovani”.
1 Aprile 2015 at 18:42
Mi permetto di evidenziare, da un punto di vista esclusivamente formale (ma la forma non è mai im-pertinente nè “muta”) che intonazione e struttura appaiono declaratorie, apodittiche e quasi a modo di sentenza di un tribunale o di un pronunciamento da Sant’Uffizio. Non negando la liceità di un contributo qualsivoglia, tuttavia osservo che una intonazione più “persuasiva” che “declamata” gioverebbe alla difficile ricerca di un equilibrio, se è vero che in una democrazia conta la decisione della maggioranza e conta quindi convincere e non proclamare.
Grazie.
Luca A.
2 Aprile 2015 at 11:52
Segnalo agli estensori del documento che questo dibattito non avviene in un vuoto. La Corte Costituzionale, come ho spiegato qui,
http://www.huffingtonpost.it/stefano-ceccanti/unioni-civili-pregiudizi-legge_b_6013022.html
nella colpevole inerzia del legislatore ha già spiegato che il legislatore, prendendo sul serio l’articolo 2 della Costituzione, deve realizzare due interventi:
-unioni civili per le coppie stabili di persone omosessuali;
-regole minime per diritti e doveri per le persone delle coppie che non scelgono il matrimonio o l’unione civile soprattutto al fine di difendere il partner più debole