Il Meic (Movimento ecclesiale d’impegno culturale) affronta il nuovo anno e i nuovi problemi con rinnovata energia, prendendo le mosse dal primato del bene comune al quale dedica un bellissimo editoriale su Coscienza (1/2018), il presidente nazionale Beppe Elia. Ma tutto il fascicolo apre gli orizzonti di una cultura impegnata per il rinnovamento della vita ecclesiale, della cultura e della politica. Richiamandosi a Moro, Elia sottolinea che è tempo, per i credenti e per tutti gli uomini di buona volontà, di pensare al bene comune. Altri articoli ricordano due grandi testimoni: Paolo VI e Aldo Moro e il loro impegno per una “città dell’uomo” costruita sulla verità, il dialogo, l’amore. Interessante anche l’intervento di Serena Noceti sulle prospettive di riforma della Chiesa aperte da Papa Francesco. Rinnovamento che può apparire discontinuità a una lettura superficiale; ma che in realtà, proprio nel cammino continuo di una Chiesa “semper reformanda”, consente di trovare e approfondire la vera continuità.
“Quale futuro per un polo riformista e per un cattolicesimo democratico?”: se lo chiede Ilario Bertoletti, direttore di Humanitas nell’editoriale del fascicolo n. 2 (marzo-aprile) della bella rivista edita dalla Morcelliana. La riflessione è assai preoccupata, tanto più guardando allo scenario politico nazionale; e tuttavia c’è un posto anche per la speranza se tutti gli uomini di buona volontà sapranno destarsi e lavorare in modo convergente per realizzare un cammino di confronto, dialogo, riflessione, studio … Sperando che si risvegli ( o rinasca) una vera e feconda tradizione cattolico-democratica.
Il nuovo ordinamento penitenziale potrebbe offrire più spazio alle misure alternative, nella prospettiva di una giustizia capace di rieducare. Ma il Parlamento dirà “Sì” alla riforma? Se lo chiede, e se lo augura, il mensile IC-ItaliaCaritas di maggio. E in vari articoli assai convincenti spiega che la rieducazione è assai più importante, efficace e decisiva della semplice punizione!
Dialoghi è il trimestrale promosso dall’Azione Cattolica in collaborazione con l’Istituto “Vittorio Bachelet”. Si tratta di una bella e sostanziosa rivista di cultura diretta da Pina De Simone e che si avvale della collaborazione d’intellettuali (da Giuseppe Elia a Beatrice Draghetti, da Mario Trufelli a Paolo Nepi, a Mario Brutti, a Gian Candido De Martin, a Piero Pisarra a Marco Ivaldo…). Il primo numero del 2018 affronta numerosi temi che toccano l’impegno dei credenti nel mondo, dalla vita democratica all’impegno educativo, dalla promozione delle donne ai temi della cittadinanza. E poi si parla di Papa Francesco, di Albert Camus, di Alcide De Gasperi…. Insomma: una rivista molto viva e ricca di stimoli.
Oreundici di giugno è in larga parte dedicato ad affrontare il tema, grande e delicato, del “potere”. Oltre all’introduzione di don Mario de Maio, direttore della rivista (che ha per sottotitolo programmatico “crescita umana e spirituale nel quotidiano”), da segnalare gli articoli di Carlo Molari, Brunetto Salvarani, Antonio Spadaro, Giuliano Amato, Giuseppe Morotti, Lucia Capuzzi (su Papa Francesco).
“Dove sono finiti i cattolici?”. La domanda, un po’ provocatoria, ma anche molto seria, espressa dal teologo Giordano Frosini direttore de La Vita di Pistoia è ripresa e approfondita nel fascicolo di maggio del mensile Koinonia che approfondisce il tema dell’”Italia smarrita” e delle difficoltà di prospettiva che oggi viviamo. Ne scrivono con chiarezza e profondità Alberto Melloni, il teologo Alberto Bruno Simoni e vengono presentate (o riproposti) figure e testi che aiutano la riflessione sui modi di rinnovare una presenza creativa e positiva dei cattolici: non per dominare ma per animare e servire lo sviluppo del Paese. Testi di Vannino Chiti, Domenico Gallo, Anna M. Storoni Piazza, Paolo Pombeni, Raniero La Valle, Benedetto Calati. Al fascicolo di maggio è allegato un “Quaderno di Koinonia 2018 dedicato a ricordare e approfondire le figure dei padri Balducci e Turoldo e di don Milani.
(a.bert.)