So di andare contro corrente sviluppando un pensiero di assoluta minoranza rispetto a un ampio fronte che con tranquilla “rapidizzazione” si è formato contro il principio dell’utero in affitto.
C’era bisogno di questo documento? C’era forse il pericolo che il Parlamento decidesse in proposito a favore dell’utero in affitto?
Per la verità sta succedendo il contrario e sarebbe stato bene piuttosto intervenire per frenare le tendenze integraliste della maggioranza di destra con le connesse esagerazioni (reato universale! e perché non planetario?).
Parlo da cattolico ai cattolici (e ad altri indirettamente); venendo da famiglia cattolica ed essendo un normale fedele leggo e conosco il vangelo fin da piccolo e continuo a farlo.
Ora, nel corso del tempo, i cattolici hanno detto no al divorzio, all’aborto, al riconoscimento delle convivenze, alla fecondazione artificiale, al diritto alla morte, al matrimonio degli omosessuali e ora alla maternità surrogata.
La morale dei cattolici, seguendo questo percorso, si riassume in una sola parola: NO.
Dunque, la morale cattolica è una morale del no, una morale negativa.
Ma è questa la morale che si legge nel vangelo? A me non sembra proprio.
L’atteggiamento di Gesù è sempre di comprensione e misericordioso, astenendosi dal giudicare e di stabilire regole e precetti.
Siamo così sicuri, cattolici e laici, di avere una dottrina pronta e definita di fronte a problemi del tutto nuovi come questo?
Solo cinquanta anni fa un rapporto omosessuale veniva ritenuto riprovevole e condannabile; oggi è largamente riconosciuto.
Come tutte le cose nuove, a livello pubblico occorre tempo perché i problemi siano assimilati, accolti, messi a fuoco e, se necessario, regolamentati.
Se ciò è avvenuto per i rapporti omosessuali, non potrebbe domani – parlo ipoteticamente – avvenire anche per l’utero in affitto?
Perché questa precipitazione, assolutamente non necessaria?
Non propongo di assumere una posizione a favore dell’utero in affitto: sostengo che è sbagliato porre il problema in termini di Sì e No, di chi è a favore e di chi è contro, come di due parti definite; sarebbe bene, invece, predisporre un documento problematico, invitando tutti a esprimere le motivazioni e le spiegazioni che li animano.
Ne nascerebbe un dibattito etico di merito che farebbe fare un passo avanti a tutti nella coscienza del problema (secondo il principio comunicativo di Habermas).
Azzardo qualche ulteriore riflessione, a carattere del tutto interrogativo, ben sapendo che mi attirerò un mare di critiche.
Se si accettano le coppie omosessuali – ciò che sembra oggi abbastanza condiviso – non è legittimo pensare che questi possano avere dei figli e che intendano avere dei figli il più possibile loro?
E se pensiamo che il desiderio di avere dei figli sia cosa bella a sacrosanta, perché quando si tratta dello stesso desiderio da parte di omosessuali si avanza il principio che “non è lecito avere un figlio a qualunque costo”?
E poi c’è la critica della mercificazione: la maternità surrogata avviene a pagamento.
Ora c’è un’attività di mercificazione del corpo delle donne (e anche degli uomini) ben più diffusa e in pratica accettata, probabilmente proprio perché di massa: mi riferisco alla prostituzione.
In questo caso è spesso presente anche un aggravante: molte donne sono costrette a prostituirsi attraverso la violenza.
Ma la mercificazione del proprio corpo per un rapporto sessuale è più pregevole di una mercificazione per dare alla luce un bambino?
E ammettiamo, per un momento, che una donna, ad esempio una sorella o un’amica, accetti una maternità surrogata gratuitamente: in questo caso sarebbe accettabile?
Infine, non manca l’ipocrita riferimento allo sfruttamento della condizione di povertà. I firmatari hanno forse in mente un rimedio per risolvere lo stato di miseria in cui si troppa tanta parte dell’umanità? E se non l’hanno, cosa pensano che facciano i poveri, nel frattempo, che stiano fermi ad aspettare? Da che mondo è mondo i poveri sono pronti a fare i sacrifici più inauditi per il bene dei loro figli. Non fanno così le madri che mandano sui barconi che attraversano il Mediterraneo i loro “minori non accompagnati”? Non fanno così le badanti, anche loro autrici di una forma di maternità surrogata, non per la nascita, ma per la crescita, l’educazione, la maturazione dei loro figli? Abbiamo presente il sacrificio di queste madri e cosa comporta la loro assenza per i figli e la famiglia? Ma le badanti ci servono, ci stanno bene e tutto passa sotto silenzio.
Penso sinceramente che non si possano applicare, sic et simpliciter, regole generali pensate in tempi passati, a problematiche del tutto nuove, che vanno affrontate con comprensione in ricerca di soluzioni appropriate.
In un campo del tutto diverso, uno scienziato di valore, Geoffrey Hinton, si è dimesso da Google preoccupato dalle implicazioni morali che scaturivano dal procedere nelle scoperte di Intelligenza Artificiale.
Ecco un analogo problema, nuovo e immenso: l’uso quotidiano di tecnologie informatiche, di algoritmi e piattaforme, pone enormi questioni morali nuove, di cui siamo del tutto analfabeti: possiamo solo riconoscere la nostra ignoranza e impegnarci con modestia a riflettere e studiare.
Ritengo che un atteggiamento analogo dovremmo assumere di fronte ai problemi della vita: non giudicare e avere un atteggiamento aperto di confronto, nell’intento di imparare ciò che non sappiamo.
Per concludere, non sono un sostenitore della Gpa, ma penso che abbiamo ancora molta strada da fare per avere delle idee chiare questi argomenti e inviterei pertanto ad una maggiore prudenza ed a evitare schieramenti che, nel campo delle idee, non hanno senso e sono controproducenti.
Sandro Antoniazzi
19 Giugno 2023 at 23:31
Sono d’accordo. Basta parlare di maternità surrogata. Lasciamo in pace le donne e confidiamo nella responsabilità nell'”uso ” del loro corpo. Parliamo di lavoro, di ambiente, di rispetto delle diversità.
4 Luglio 2023 at 09:40
PERFETTO.
Tanto la ricerca sta già guardando molto molto oltre (purtroppo!).
7 Settembre 2023 at 05:57
La maternità surrogata è una grandissima svolta nella medicina riproduttiva che permette alle coppie con problemi di fertilità avere il loro figlio biologico. Per la maggior parte delle famiglie sterili la maternità surrogata attualmente è una smisurata opportunità di sperimentare la felicità di essere genitori.
5 Febbraio 2024 at 11:36
La maternità surrogata è un vero progresso nella medicina riproduttiva che consente alle coppie con problemi di fertilità di avere il loro bambino biologico. Per la maggior parte delle famiglie sterili, la maternità surrogata è davvero una grande opportunità per sperimentare la gioia della genitorialità. Se le precedenti coppie infertili potessero adottare un solo bambino,
La scienza moderna oggi offre loro l’opportunità di avere un figlio genetico. La tecnologia riproduttiva avanzata offre a tutti l’opportunità di diventare genitori felici, ascoltare le risate dei propri figli e muovere i primi passi insieme ai propri figli. Il Feskov Human Reproduction Group aiuterà a realizzare i sogni di ogni famiglia.