Il Bollettino della Radio Vaticana riferisce che nella conferenza stampa del 15 marzo padre Lombardi, direttore della sala stampa del vaticano, ha commentato le accuse, che sono state sollevate in passato, sul legame tra l’allora padre Bergoglio e la dittatura argentina. “Nessun legame” ha specificato padre Lombardi citando anche le dichiarazioni, del pacifista argentino Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel per la Pace proprio per le sue denunce contro il regime. In tal senso, il portavoce vaticano ha poi portato la testimonianza di un padre gesuita, padre Franz Jalics, uno dei due sacerdoti sopravvissuti e perseguitati dalla dittatura argentina, all’epoca in cui Papa Francesco era Provinciale. Padre Lombardi ha quindi letto una sua dichiarazione:
“La campagna contro Bergoglio è ben nota e risale già a diversi anni fa. E’ portata avanti da una pubblicazione caratterizzata da campagne a volte calunniose e diffamatorie. La matrice anticlericale di questa campagna e di altre accuse contro Bergoglio è nota ed evidente. L’accusa si riferisce al tempo in cui Bergoglio non era ancora vescovo, ma superiore dei Gesuiti in Argentina, e a due sacerdoti che sono stati rapiti e che lui non avrebbe protetto. – questa era l’accusa – Non vi è mai stata un’accusa concreta credibile nei suoi confronti. La Giustizia argentina lo ha interrogato una volta come persona informata sui fatti, ma non gli ha mai imputato nulla. Egli ha negato in modo documentato le accuse. Vi sono invece moltissime dichiarazioni che dimostrano quanto Bergoglio fece per proteggere molte persone nel tempo della dittatura militare. E’ noto il ruolo di Bergoglio – una volta diventato vescovo – nel promuovere la richiesta di perdono della Chiesa in Argentina per non aver fatto abbastanza nel tempo della dittatura. Le accuse appartengono quindi all’uso di analisi storico-sociologiche del periodo dittatoriale fatte da anni da elementi della sinistra anticlericale per attaccare la Chiesa e devono essere respinte con decisione”.