Raniero La Valle getta il cuore oltre l’ostacolo. Punta a una politica del tutto nuovo imperniata sulla collaborazione tra Bersani e Grillo. Spiega a Grillo perché gli conviene. Se la cosa non va, chiede che siano le donne del centro sinistra e grilline a fare un governo (“Se non è la paglia di un solo inverno”, il Manifesto del 1 marzo). Su la Repubblica intervista di Massimo Giannini a Bersani: “Il mio piano per governare”. Però sul Messaggero Bartoloni Meli scrive: “Democrat, scontro aperto sulla linea Bersani”, sull’Espresso Marco Damilano scrive “Tiro al Bersani” e sul Corriere Maria Teresa Meli scrive “Renzi, sono pronto a fare il premier”. Intransigente Francesco Ferrara di Sel: “No a larghe intese, anche se lo chiede il Colle” (su Il Manifesto). L’alleanza Pd-Grillo, per Paolo Leon sull’Unità è “Una missione possibile”. Dario Di Vico, del resto, racconta sul Corsera “Le simpatie industriali per i 5 Stelle”. Stefano Rodotà su la Repubblica indica “Le riforme della ricostruzione”. “Cosa fare con Grillo?” è un’indagine de La Stampa a cui rispondono, tra gli altri, Luca Ricolfi, Mario Deaglio, Giovanni Sartori. Possibilista l’editoriale non firmato (Ezio Mauro) de La Repubblica (“Responsabilità”). Moderatamente scettici Stefano Folli su Il Sole 24Ore (“La logica del disgelo”), Paolo Gentiloni (“Un governo minimo e la strada davanti al Pd”). Più scettico Antonio Polito sul Corsera (“Una soluazione ragionevole”), che punta invece ad un accordo Pd-Pdl, e così anche Giovanni Sartori, intervistato dal Fatto quotidiano (“Legge elettorale, poi le urne”). Poi c’è Giuliano Ferrara: “La Repubblica invasa dagli alieni”. Il giorno prima, sul Corriere, Gian Antonio Stella aveva raccontato il positivo del Movimento 5 Stelle (“Donne e giovani, qualcosa cambia”) e Dario Di Vico aveva descritto il grillino veneto: “Ex leghista, liberale e cattolico”. Franco Cassano aveva scritto che “si è chiuso il canale tra la sinistra e la rabbia dei giovani”, D’Alema aveva aperto al Pdl (“impegno con 5 Stelle e Pdl”), Fabio Martini su La Stampa aveva scritto “Governo tecnico, la strada del colle”, Francesco Verderami sul Corriere aveva scritto “Le larghe intese, l’ipotesi più forte contro nuove urne”, epperò Piero Ignazi su la Repubblica aveva scritto su “La strada proibita del governissimo”. E sull’Avvenire Leonardo Becchetti avevatracciato “Appunti per un’azione di governo responsabile e condivisa”.