Antonio Polito, Corsera, con qualche ottimismo: “Il ribelle è più cauto”; Massimo Giannini , Repubblica, con prevalente scetticismo: “Da Gramsci ai Negrita” (“La coabitazione”); ottimista, Mauro Calise sul Mattino: “Il rottamatore che vuole ricostruire”; favorevole, Vladimiro Zagrebelsky (fratello), La Stampa: “Diritti civili, Renzi riapre il dossier”; Filippo La Porta, Europa, interessato al nuovo genere letterario: “L’autofiction del sindaco”; Ernesto Galli Della Loggia, Corsera, approva (perché la gente – dice – non è antipolitica, anzi, cerca qualcuno serio che tiri fuori l’Italia dai guai), ma vede i rischi: “Puntare tutto su una persona”; Elisabetta Gualmini, La Stampa, vede Renzi prendere in mano le sorti del governo: “Un’agenda stile prendere o lasciare”; Alessandro Campi indica “Occasioni e ostacoli sulla strada del leader”; Valerio Gigante su Adista indaga il favore del mondo cattolico per Renzi (ma soprattutto per Letta): “Primarie del Pd: i media cattolici scrivono Renzi, ma leggono Letta”. Intanto Napolitano riprende la parola: “Il Quirinale traccia una linea” (S. Folli, Sole), e Gaetano Azzariti sul manifesto denuncia “L’eclissi del Parlamento”.