L’analisi e le terapie di Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia
Per il suo obiettivo interesse riportiamo buona parte del testo dell’intervista che il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha rilasciato il 7 luglio 2012 al direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli. Titolo: “Parla il Governatore della Banca d’Italia”. Sommario: “Visco: «Ecco le condizioni per crescere». Due progetti-Paese. No a terapie choc sul debito. Contro la crisi servono spirito civile e condivisione. Nella prima parte dell’intervista Visco analizza la fase attuale della crisi. Tra l’altro osserva: “L’attuale spread di 470 punti base tra Btp e Bund per due quinti è ‘colpa’ nostra, del nostro debito pubblico, della nostra scarsa competitività, della bassa crescita potenziale; il resto è un premio al rischio che lo Stato italiano paga per il timore del sottoscrittore dei suoi titoli che a un certo punto la moneta unica non ci sia più”. Nella seconda parte, Visco giudica le terapie messe in atto dal governo e dà alcuni saggi consigli.
“La terapia del governo è corretta? I tagli alla spesa giusti?” – chiede De Bortoli. Risponde Visco: “Il governo si è trovato nella difficile condizione di dover operare dal lato della struttura produttiva in un momento di crisi e allo stesso tempo intervenire con misure di stabilizzazione. Molte tasse, quindi, troppe perché l’economia non ne risenta. Forse non si poteva fare altrimenti e già il precedente governo si era mosso in questa direzione con una delega fiscale che comportava l’aumento dell’Iva, già in parte avvenuto. Ma la lotta all’evasione fiscale è positiva. L’iniezione di concorrenza è apprezzabile, il sostegno all’innovazione delle imprese importante, la riforma del lavoro potrà avere effetti significativi, oltre all’intervento sulle pensioni, necessario. Intenti e misure condivisibili, ma con risorse modeste. Sulla spending review bisogna insistere il più possibile, perché solo così potremo ridurre le tasse, specie sul lavoro, oltre a non alzare l’Iva. Va detta una verità. Il bilancio pubblico è rilevante, ma è nella media europea se si pensa che ogni anno oltre il 5 per cento finisce per pagare gli interessi sul debito. Non pregiudichiamo però il futuro: su scuola, formazione e ricerca bisogna investire di più”.
“E il pubblico impiego, gli statali?” – chiede ancora De Bortoli. Visco risponde “I risparmi consistenti verranno da una azione capillare, micro, da quello che in inglese si chiama enforcement, ma non bisogna commettere un errore”. “Quale?”, chiede De Bortoli. “Considerare l’impiego pubblico un peso morto, un’area di negatività. Vanno premiate le pratiche migliori, le tante persone che fanno bene il proprio lavoro, occorre muovere nella direzione di aumentare gli investimenti in questo Paese, rallentati dalla corruzione e dal malaffare”. De Bortoli: “E come si possono rilanciare gli investimenti, non solo esteri, in questo Paese?”. Visco: “Due grandi aree. Un ampio progetto di manutenzione immobiliare dell’Italia, di cura del territorio, una terapia contro il dissesto idrogeologico. I soldi, mi creda, si trovano. Si diano gli incentivi giusti, soprattutto a chi ha cura della messa in sicurezza dell’ambiente e della sua estetica. I terremoti, purtroppo, insegnano. Si faccia un piano, pubblico e privato, con il concorso dei fondi europei”. De Bortoli: “E la seconda?”. Visco: “Per attrarre gli investimenti è necessario avere uno sportello unico che aiuti a risolvere problemi di ordine amministrativo, legale, tributario e dia garanzie agli imprenditori singoli, più che alle multinazionali, contro la burocrazia e la corruzione”. De Bortoli: “Una sorta di Mister Italia, un consulente ad hoc?”. Visco: “Esatto, un facilitatore, ma non basta. Per portare avanti questi progetti ci vuole anche qualcosa che non costa nulla, ma nel nostro Paese è assai raro, uno spirito civile, da civil service”.
Il testo completo dell’intervista: http://www.corriere.it/economia/12_luglio_07/intervista-visco-governatore-bankitalia-de-bortoli_e779b78c-c87c-11e1-9d90-c5d49ff3a387.shtml