Domenico Rosati rilegge l’intervento di Romano Prodi sul Corriere – che prende atto di un consenso ormai ampio sul pluralismo delle scelte politiche dei cattolici, richiamando la nozione di lievito – con un intervento su l’Unità del 15 gennaio (“Prodi, i cattolici e il lievito della società”). E rilancia: “La questione che si pone è se tale situazione di pluralismo debba essere ancora e sempre vissuta come una menomazione dell’unità o se non sia il caso di valutare, finalmente, l’opportunità che essa offre di far agire un’ispirazione cristiana non integralistica all’interno delle diverse appartenenze”. E, riprendendo un articolo di Giorgio Campanini, scrive: “ È dunque ponendosi sul terreno della Costituzione che possono realizzarsi le sintesi (le mediazioni) necessarie per organizzare la società secondo le coordinate di un bene comune che raccordi la libertà dei singoli con un disegno di equità e di uguaglianza”. La conclusione è che si tratta di un lavoro enorme che “esige una mobilitazione di energie intellettuali e morali tale da realizzare un’autentica mutazione nel modo di concepire e praticare la politica. Se ne dovrà riparlare”.