DOPO IL VOTO, PRIMI COMMENTI

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Franco Monaco, “Election Day: vincitori e vinti” (Settimana news). Mauro Calise, “Il Pd primo partito. Zingaretti può alzare il prezzo” (Mattino). Alessandro Campi, “Le vittorie personali e i partiti deboli” (Mattino). Paolo Pombeni, “Pd e M5s: i guai di coppia nascosti dal referendum” (Il Quotidiano). Salvatore Vassallo, “Il referendum stabilizza l’alleanza fra il Pd e quel che rimane del M5s” (Domani). Maurizio Molinari, “Se cala il vento dei populismi” (Repubblica). FOCUS REFERENDUM: Istituto Cattaneo, “Referendum, analisi del voto”. Stefano Ceccanti, “Breve postilla” (alla sua rassegna stampa). Roberto D’Alimonte, “Nuove Camere: meno seggi per tutti, tranne per Meloni” (Sole 24 ore). Renato Benedetto, “Che cambia, e cosa resta da fare” (Corriere della sera). Gianfranco Pasquino, “Le riforme? Ora sarà dura” (intervista al Giornale). Luciano Violante, “Servono altre riforme. Anche il bicameralismo va ripensato” (intervista a Repubblica). Francesco Clementi, “Che fare dopo il Sì” (Foglio). Cesare Mirabelli, “Le Camere  restano legittime. Elezioni soltanto con una crisi” (intervista al Messaggero).

 

 

 

 

 

 

One Comment

  1. Da semplice elettore, sono abbastanza soddisfatto dei risultati ottenuti dal PD alle elezioni regionali. Credo però che il PD non debba esultare più di tanto ma debba considerare questi risultati come il punto di partenza di una profonda riflessione che è essenziale se vuole essere protagonista del futuro.
    In proposito ripeto quel che vado dicendo e scrivendo ormai da molti mesi: l’area del centro sinistra e della sinistra italiana deve avere l’ambizione di fare quanto hanno fatto i socialdemocratici tedeschi nel 1959 con il Congresso di Bad Godesberg, cioè ridefinire ciò che sono e cosa vogliono realizzare per il bene del Paese e dei suoi cittadini. Loro, i tedeschi, hanno fatto un programma che è durato per 30 anni, fino al crollo del Muro di Berlino del 1989. Tocca al PD, il maggior partito dell’area del centro sinistra, farsi promotore di questa riflessione e di una “coalizione” di forze che si riconoscono in un programma di cambiamento che abbia al suo centro le necessità e le esigenze di uguaglianza, di giustizia e di libertà dell’uomo, di ogni uomo, a partire dagli ultimi, dagli emarginati, dai poveri, dai disoccupati.
    Se questa è utopia voglio pensare che sia solo un sogno fatto in anticipo sui tempi.

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