DOSSETTI. Il settimanale diocesano di Bologna pubblica una lettera del card. Re al card. Biffi che dice…

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Lo scorso 30 dicembre il settimanale diocesano Bologna 7 ha pubblicato un articolo intitolato “Il documento. Dossetti e il Concilio, scrive il cardinale Re”. L’articolo (che ci è pervenuto da un amico bolognese) contiene un breve trafiletto introduttivo e il testo di una lettera del card. Re al card. Biffi. Lo riportiamo integralmente: “A proposito del recente volumetto del cardinale Giacomo Biffi «Don Giuseppe Dossetti. Nell’occasione di un centenario» (che già abbiamo segnalato su Bo7 – e noi su c3dem abbiamo pubblicato sia l’intero volumetto sia un commento di Alberto Melloni), l’Arcivescovo emerito di Bologna ci trasmette una lettera a lui indirizzata dal cardinale Giovanni Battista Re, autorizzandocene la pubblicazione. Il cardinale Re è testimone autorevole, in quanto fu collaboratore diretto di Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI. Questa sua breve testimonianza perciò assume il carattere di un documento che gli storici della Chiesa non potranno ignorare nella loro ricerca appassionata e sincera della verità. 

Caro Cardinal Biffi,

ringrazio cordialmente per il dono del libretto riguardante don Giuseppe Dossetti.

Ho apprezzato quanto Vostra Eminenza. ha scritto circa le lacune e le anomalie della «teologia dossettiana». Condivido pienamente le riserve e quanto riguarda il breve periodo in cui don Dossetti (per iniziativa del cardinal Lercaro) fu segretario dei quattro Moderatori del Concilio, usurpando la competenza che il Regolamento attribuiva a monsignor Pericle Felici, Segretario generale del Concilio. Anche sul piano politico, non possiamo dimenticare i dispiaceri che Dossetti procurò a De Gasperi.

Sono lieto di darle una buona notizia: la causa di beatificazione di Paolo VI sta procedendo molto bene ed ora è giunta alla fase finale. Il 12 dicembre corrente, la Commissione dei Cardinali e dei Vescovi si pronuncerà sull’eroicità delle virtù. Verso Pasqua vi sarà poi l’esame del miracolo. Da quando sono emerito, ho cercato di aiutare il Postulatore. Nel capitolo della «Positio» riguardante la guida del Concilio da parte di Papa Paolo VI, vi sono un paio di pagine dedicate a don Dossetti. In esse si dice esattamente quanto anche Vostra Eminenza afferma circa don Dossetti in quanto segretario dei 4 Moderatori.

Vaticano, 3 dicembre 2012

In altra pagina (pag. 3) lo stesso settimanale riportava lo stralcio di una lettera di don Mario Fini, parroco a Bologna e docente alla facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, che è invece elogiativo della figura di don Giuseppe Dossetti. Riportiamo di seguito anche questo testo. Ma non ci sembra sufficiente a compensare l’impressione un po’ penosa che fa leggere trafiletto e lettera del card. Re (per di più trasmessa dal card. Biffi al settimanale diocesano per la pubblicazione!).

La posta dei lettori. Dossetti, parla un prete

Porto la mia testimonianza di gratitudine per quanto ho ricevuto dalla mia Chiesa di Bologna anche per la presenza di don Giuseppe Dossetti e della sua comunità. Ho vissuto la mia formazione teologica nel seminario Regionale di Bologna nel primo periodo del post-Concilio (1966-1970). Nella nostra formazione e nelle esperienze pastorali abbiamo «respirato» il clima ecclesiale di quel periodo: la gioia per il dono del Concilio nella lettera e nello spirito; la centralità dell’ascolto e dello studio della Sacra Scrittura, ascolto nella Liturgia e nella «lectio» quotidiana; il primato della celebrazione dell’Eucaristia, dell’Assemblea eucaristica con lo slancio della Riforma Liturgica; il ritorno dai Padri della Chiesa come grandi interpreti della Scrittura e «linfa» vitale anche per noi; l’ansia missionaria di annunciare il Vangelo, in particolare ai poveri, condividendo la vita con loro. Questo «respiro» ecclesiale era animato dall’arcivescovo cardinale Giacomo Lercaro e dal suo collaboratore più stretto don Giuseppe. Il «respiro» ecclesiale mi portava a capire che la vita cristiana e quindi anche il ministero presbiterale trova il suo «cuore» nella Parola di Dio accolta e proclamata, nella Celebrazione Eucaristica, sorgente di una vita condivisa con i poveri. Questa esperienza fu un grande dono proprio nei tre anni vissuti al Seminario Lombardo a Roma. Tornato in diocesi – in comunione con il magistero dell’arcivescovo cardinale Antonio Poma coadiuvato dalla carissima persona di monsignor Marco Cé, vescovo ausiliare, – ho continuato a «respirare» quei doni che mi avevano guidato nella mia formazione e nei primi anni di ministero: la centralità dell’ascolto della Parola in particolare attraverso la Liturgia; l’amore alla Chiesa come Madre che ti genera e ti custodisce nella fede; lo sguardo al Concilio come «bussola» della vita della Chiesa; i poveri come segno della presenza del Signore che ci invita a conversione nella condivisione della vita con loro. Anche in questo periodo, sia negli incontri dei giovani presbiteri sia nella Scuola di Teologia, sia in incontri promossi nella Diocesi, fu un dono speciale la predicazione biblica di don Giuseppe e la riflessione biblica e patristica di don Umberto Neri. Pensando alla figura di don Giuseppe debbo riconoscere che per un lungo periodo mi incuteva soggezione, poi, negli ultimi anni, ho potuto sperimentare la sua affabilità. Mi rimane nel cuore e nel pensiero un incontro informale di alcuni di noi presbiteri in una Tre Giorni invernale. Egli con molta forza affermava la necessità di ricostruire il tessuto della società, partendo dal basso, dalla famiglia e da reti di famiglie nel territorio, cosciente che le istituzioni dovevano essere riformate totalmente.

Don Mario Fini

 

 

4 Comments

  1. Scrivo dalla diocesi di Bologna e vi rendo noto che ho trasmesso a Bologna 7 un testo che sta circolando nella nostra città in risposta a questo articolo veramente di pessimo gusto.

    Grazie

    Mario Boldrini

  2. Credo che evidenziare polemiche su punti di vista teologici diversi sia assolutamente fuori luogo in un tempo in cui si fa evidente l’urgenza di un annuncio positivo del Vangelo di Gesù Cristo e sia grave screditare una persona, come Giuseppe Dossetti, che ha testimoniato un amore ed una fedeltà alla Chiesa su cui ha giocato tutta la sua vita. Quante persone, mi chiedo, hanno conosciuto Gesù Cristo e la sua Chiesa ed hanno imparato ad amarli attraverso Giuseppe Dossetti, indipendentemente da quegli aspetti della sua teologia che oggi qualcuno ritiene di dover criticare?

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