L’elezione di Draghi al Quirinale? “Un salto nel vuoto piuttosto rischioso”, così, in sostanza, si conclude l’articolo che Guido Formigoni ha scritto per il Mulino, in cui ha analizzato l’attuale scenario politico (“Contro il semipresidenzialismo”). “Nella nostra Repubblica – sostiene Formigoni – l’interdipendenza dei poteri ha funzionato da meccanismo di assorbimento di crisi e incertezze. Oggi sta maturando una condizione nuova, che rischia di porre le premesse di un possibile scossone”.
17 Gennaio 2022 at 15:54
Se ho ben capito le considerazioni di Formigoni, non posso non condividere le sue affermazioni sul semipresidenzialismo “all’italiana”, “di casa nostra”, che porterebbero all’ulteriore depotenziamento e penalizzazione del Parlamento (già ferito dal taglio indiscriminato dei nostri rappresentanti), e porterebbe un ulteriore colpo al ruolo delle Assemblee elettive: si pensi alla perdita di peso di Consigli Comunali e Regionali, a seguito dell’elezione diretta di Sindaci e Presidenti (la cosa può essere positiva, ma se equilibrata da un peso effettivo delle Assemblee che non devono solo dover ratificare).
In secondo luogo, sottolineo il concetto che da alcuni anni anche nella sinistra e fra i riformisti democratici si sta diffondendo una “simpatia per la razionalizzazione del sistema attorno a una «democrazia governante», che è passata soprattutto nella strategia di una stabilizzazione del governo parlamentare da ottenere attraverso le riforme elettorali maggioritarie”: a parte il fatto che il popolarismo, che proprio domani celebra il suo 103° anniversario di fondazione, si è affermato grazie al sistema proporzionale, credo che comprimere eccessivamente in un bipolarismo forzato tutte le componenti politiche penalizzi proprio il campo riformatore, sia dal punto di vista dei consensi che da quello di una presenza di idee e proposte (in quanto più ricco e plurale rispetto a moderati e conservatori).