Interessante l’editoriale di Angelo Panebianco, sul Corriere della Sera: “La Repubblica è sospesa nel vuoto”. Non solo e non tanto per l’apprezzamento per i dalemiani, la vecchia guardia ex-pci del Pd: “quelli ‘davano la linea’, non se la facevano dare” (dalla piazza), ma per questa considerazione: “il presidente della Repubblica può essere il frutto di una scelta partigiana (guelfi contro ghibellini, blu contro bianchi, eccetera) solo se egli prevale in una competizione aperta i cui arbitri siano gli elettori”. Taglio diverso nel breve editoriale del direttore di Repubblica, Ezio Mauro (“Dopo il naufragio”), il quale così si rivolge agli elettori del Pd: “propongano un nome fuori dalla nomenklatura esausta del partito, scegliendo uomini che siano un segno dell’indispensabile rifondazione della sinistra”. Ma è realistico pensare che il Pd possa scegliere un candidato che, insieme, risolva la questione del Quirinale e rifondi la sinistra? Non è un po’ troppo?