E’ necessario un negoziato tra America, Russia e l’Europa

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Comunque la si pensi, va preso atto che la questione posta dall’iniziativa di Putin non riguarda qualche territorio dell’Ucraina, ma bensì la definizione di un quadro di sicurezza reciproco tra la Russia e l’Occidente (Europa in primis), che necessita oggi di essere rinegoziato

 

 

Le vicende ucraine volgono al peggio con il riconoscimento russo delle repubbliche del Donbass, cioè il pratico inserimento definitivo di questi territori nell’area di influenza russa.

Dall’inizio del “conflitto”, sul piano diplomatico non è stato fatto nessun progresso per sbloccare la situazione, probabilmente confidando che la divina provvidenza avrebbe fatto un miracolo, ma in realtà solo proposte politiche-strategiche, che non sono venute, potevano far superare lo stallo.

La Russia non è più quella dell’89; allora una profonda crisi interna aveva provocato la dissoluzione dell’impero con la formazione di tanti stati indipendenti, diversi dei quali passati poi all’Occidente.

Ora la Russia si è riorganizzata, ha recuperato influenza almeno sugli stati asiatici confinanti, ha dimostrato in Siria di essere in grado di intervenire (meglio degli Usa) a sostegno dei propri alleati, ha stabilito buoni rapporti anche con la Turchia che pure fa parte della Nato.

Se con la fine dell’Urss si è pensato che la Russia non costituisse più un problema e che ormai contasse poco, ora invece si è risvegliata e intende mettere in chiaro le condizioni della sua sicurezza.

Certamente l’Ucraina è un paese libero che ha diritto alle proprie scelte, ma il problema della sicurezza internazionale non è meno importante, anzi lo è anche di più, non solo per l’Ucraina, ma anche per la Russia e per l’Europa.

Come non prendere atto che la questione non riguarda qualche territorio dell’Ucraina, ma bensì la definizione di un quadro di sicurezza reciproco tra Russia e l’Occidente (Europa in primis), che necessita oggi di essere rinegoziato?

Una trattativa vera non è mai decollata perché gli Usa rimangono fermi a posizioni di principio (l’autodeterminazione). da una parte. e a posizioni chiaramente rivendicative, dall’altra (l’ampliamento della Nato a Est), che certamente non fanno fare passi avanti.

Macron e Scholz si sono sforzati generosamente di promuovere la trattativa, ma avevano ben poco da offrire, oltre che ad avere una debole rappresentatività: Macron ha persino cercato di interpretare l’America ma, alle domande stringenti di Putin su cosa aveva da offrire, si è fermato.

Scholz ha dichiarato che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato non era all’ordine del giorno, ma nello stesso giorno il presidente ucraino chiedeva di fissare la data per l’ingresso del suo paese nell’alleanza atlantica.

Persino una persona moderata come la ex-ministra Fornero commentando il discorso di Biden ha affermato che l’America è l’alleato indubbiamente più forte, ma che Biden avrebbe potuto tenere conto anche delle opinioni dei suoi alleati europei.

Ora gli Usa rinunciano all’incontro programmato col ministro russo Lavrov, chiedendo come condizione una de-escalation, ma qui sono in gioco problemi ben maggiori di queste schermaglie preliminari. In una forma o in un’altra le trattative vanno avviate e al più presto.

La situazione richiede un negoziato di ampio raggio sul problema della “sicurezza” in Europa; in questo quadro va garantita l’autonomia e la difesa dell’Ucraina, rinviando sine die la sua presenza nella Nato (che crea problemi invece di risolverli).

Poiché l’America è ferma, occorre che l’Europa unita assuma l’iniziativa perché, come alleato – alla pari degli Usa  (almeno moralmente, anche perché direttamente più interessata e coinvolta) –, convinca l’America a un vero negoziato.

Per poter far questo occorre un’Europa forte: Macron, che è già presidente di turno, dovrebbe essere investito dagli Stati europei di poteri straordinari per condurre con Biden la trattativa con Putin.

Solo così l’Europa potrebbe contare e far valere le proprie ragioni anche tenendo presente che, per tutto quanto sta succedendo, sta già pagando un prezzo elevato, da cui gli Usa sono praticamente esenti.

 

Sandro Antoniazzi

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