Si, forse parlare del dopo-Covid19 quando ancora l’emergenza sanitaria non è affatto conclusa, è prematuro. Ma verrà il momento di ricostruire una comunità, anzi più comunità, lacerate, ferite, indebolite. E allora sarà il momento in cui idee, suggerimenti, proposte praticabili, anche semplici parole dette bene, serviranno a ricostruire, mattone su mattone la casa comune. E allora proviamoci.
Io ne propongo tre. Semplici, ma da rilanciare ridando loro forza e sostanza.
Intanto partiamo dalla rivalutazione della competenza: questi sono i giorni in cui i chiacchieroni, quelli del sentito dire, di “l’ho letto su internet”, hanno perso la potenza che avevano fino a qualche mese fa. Ricordiamocelo quando sarà ripristinata la normalità. Ossia: la scienza, lo studio, la fatica di chi ricerca ed esperimenta in libertà devono essere vincenti sull’approssimazione. Spesso ingannevole e fraudolenta.
Poi l’umanità. In questi ultimi anni è stata praticata la teoria che il buonismo fosse un insulto, che la misericordia e l’accoglienza andavano accompagnate all’ipocrisia di chi stava bene. Non è così, ora lo abbiamo – forse – capito, che siamo un’unica, piccola e grande insieme, razza umana. E la memoria di questa immane dramma (così come quelli che ci hanno preceduto, anche in altre parti del mondo lontane) forse ci aiuterà a tenerlo in mente.
Infine (ce ne sarebbero tante altre, ma qui per brevità comincio da queste), le istituzioni (nazionali o internazionali): servono a non lasciare soli soprattutto i più deboli (ma poi di fronte alla morte, chi non lo è…?). Quindi da soli si sta meglio? O non è meglio che la nostra città sia aiutata da una Regione e questa da uno Stato e il nostro Stato da una catena di Stati e infine in un piccolo mondo (antico o moderno in questo caso non fa la differenza). E’ finita l’Europa? E’ finita l’Onu, il Fmi, l’Oms? Sì, forse così come stanno funzionando adesso servono a poco. Ma allora la risposta più sensata qual è: aboliamoli e ognuno faccia per sé? O non è meglio che ci mettiamo con pazienza a ricostruirle da capo, a darle strutture solide e a difenderle, valorizzarle e proteggerle da tutti quelli che vorrebbero fare di questa occasione il loro più grande affare. Che è, in sostanza la legge del più forte. No, adesso è il caso di ricominciare come dopo una Grande guerra. Ma insieme.