Riportiamo un breve intervento del presidente dell’Istituto De Gasperi di Bologna, Domenico Cella.
UNA DOMANDA.
Da Il Corriere della Sera del 27 febbraio 2013, pag. 9, Primo Piano:
“(…) Nel frattempo ci si interroga anche sulle reali intenzioni di Matteo Renzi. Il Sindaco di Firenze, come dice lo stesso Bersani, in questa fase resterà alla finestra. E, soprattutto, non colpirà il segretario, né tanto meno ne chiederà le dimissioni. Anche se qualcuno tra i suoi pasdaran lo farebbe volentieri e si stupisce del perché Bersani non abbia pensato lui a presentarsi dimissionario già ieri. Renzi attende che i fatti della politica gli diano ragione e che alla fine il Partito democratico ammetta che ciò che il primo cittadino rottamatore sosteneva nella campagna per le primarie è vero. Ossia che se si fosse presentato lui al posto dell’attuale leader, il Pd avrebbe preso il 40 per cento, Silvio Berlusconi non si sarebbe presentato e Beppe Grillo non avrebbe avuto l’esploit che ha avuto. E i primi segnali in questo senso già ci sono se il sindaco di Bologna Virginio Merola, finora bersaniano doc, ieri ha dichiarato: Credo che Renzi sia il rinnovamento. (…)”
Ma perché, contro Renzi, Berlusconi non si sarebbe dovuto presentare?
UN DESIDERIO
Che Pierluigi Bersani riesca nella complicata navigazione di un Governo di sola maggioranza relativa, col consenso dei grillini ai singoli provvedimenti. Un Governo col Pdl sarebbe una vera delusione.
UNA PROPOSTA
Che in questa legislatura venga approvata la nuova legge elettorale: uninominale maggioritaria a due turni, percentuale contenuta per l’accesso al secondo turno, cospicuo diritto di tribuna per le minoranze che non si presentano al secondo turno.
Insomma: una vera competizione a più voci; ma alla fine tra Grillo, Pd, Pdl, Monti, ecc. rimangono in due: uno forma il Governo, l’altro l’opposizione. Al primo turno ci si conta; al secondo turno, eventualmente formando coalizioni, si fanno i vincitori. Nessun piccolo partito escluso dal Parlamento (diritto di tribuna pari al 10% dei seggi del Parlamento).
Discutiamone.
Domenico Cella
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