Elezioni europee: tre ragioni per votare

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di Emanuele Castelli*

I prossimi 8 e 9 giugno saremo chiamati a votare i nostri rappresentanti al Parlamento europeo e molti di noi potrebbero chiedersi: perché dovrei andare a votare? L’Unione europea è così distante! E poi, quanto conta il mio voto su oltre 350 milioni? Le decisioni in Europa continueranno a essere prerogativa dei tecnocrati non eletti di Bruxelles, che non sono chiamati a rispondere ai cittadini comuni! Si tratta di obbiezioni legittime, che però oscurano tre fatti, credo, molto rilevanti. Innanzitutto, il privilegio di votare (e di farlo in modo libero), cosa che non avviene nella maggioranza dei paesi al mondo: è vero che l’Unione ci “vincola” con le sue regole, ma come cittadini europei abbiamo la possibilità diretta (attraverso, appunto, il voto per il Parlamento europeo) e indiretta (attraverso le nostre elezioni nazionali) di stabilire chi deve guidare l’Europa e decidere che Unione vogliamo.
In secondo luogo, ma ricordiamo un’ovvietà, la rilevanza dell’Europa nell’attuale scenario internazionale: al contrario di quanto affermano (e vogliono) i sovranisti, sono pochi gli Stati che sarebbero in grado di affrontare da soli le sfide future (come il cambiamento climatico, le migrazioni, le dinamiche geopolitiche, le pandemie, la difesa dalle minacce esterne), che sono per loro natura transnazionali. La gran parte degli Stati europei non ha le risorse, né le capacità, per farcela da sola. Un voto per l’Europa, dunque, è un segnale di coesione che ci rende più forti internamente e credibili nei confronti dei nostri partner internazionali.
In terzo luogo, il Parlamento europeo non è più l’istituzione debole di un tempo; al contrario, negli ultimi 15 anni ha acquisito potere, influenzando la composizione della Commissione (“l’esecutivo” europeo) e le sue politiche: il nostro voto, collettivamente, può dunque pesare sui futuri orientamenti dell’Unione, così come quello del 2019 ha pesato sulla politica “green” dell’attuale Commissione, guidata da Ursula von der Leyen.
È per queste tre ragioni basilari che dobbiamo informarci su chi siano i candidati, quali siano i loro programmi e recarci alle urne l’8 o il 9 giugno, votando in modo consapevole. L’Europa è in transizione e il suo futuro, oggi più che mai, è incerto. Siamo a metà del guado: sta a noi decidere se vogliamo tornare indietro o fare un balzo in avanti.

 

*Articolo pubblicato su Borgo News per l’associazione Il Borgo di Parma

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