Etica pratica

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L’articolo del nostro collaboratore è apparso su Via Po, l’inserto culturale del quotidiano della Cisl, Conquiste del lavoro

 

La rivista mensile “Aggiornamenti sociali” e la “Fondazione Lanza”, insieme con altre associazioni (tra cui la rete C3dem/Costituzione Concilio Cittadinanza), nella primavera del prossimo anno intendono promuovere un Forum nazionale che ripensi le forme della cittadinanza per praticare una nuova etica civile. Il punto di partenza è la constatazione che le diverse buone pratiche presenti in tutta Italia hanno un’indubbia dimensione etica e sono l’espressione concreta e viva dei valori che fondano il vivere insieme. L’impegno dei promotori va nella direzione di far conoscere questo patrimonio perché non resti nascosto dietro le parole.  A tale proposito, secondo me, “Le città invisibili” di Italo Calvino, scritto nel 1972 in un periodo di forti entusiasmi collettivi, fornisce ancora oggi utili indicazioni per riflettere sui comportamenti umani e quindi sull’etica. Per uscire dall’’inferno dei viventi, che abitiamo tutti i giorni e che formiamo stando insieme, ci sono due modi. Il primo, scrive Calvino, riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare di saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. Io aggiungerei un terzo modo, oggi molto diffuso, ed è quello della reazione sbagliata a problemi reali. Prendiamo il drammatico esempio delle migrazioni. La reazione sbagliata riguarda la chiusura delle frontiere e l’erezione dei muri, che sono anche mentali e influenzano la nostra concezione del mondo. Conosco il caso dei migranti di Ventimiglia. Una parrocchia ha reagito positivamente, ha cercato, e cerca tuttora, di farvi fronte, ma il numero degli arrivi è sempre superiore alle capacità oggettive per garantire un’accoglienza dignitosa. E’ importante agire localmente in maniera virtuosa, ma allo stesso tempo risulta inevitabile il confronto col problema globale. Lo sviluppo di una cultura del “glocal”, in questo e in altri casi, risulta indispensabile anche per sostenere i comportamenti virtuosi locali.

Fatta questa premessa, vorrei illustrare alcuni esempi di buone pratiche invitando chi li conosce direttamente a intervenire ed esprimere la propria opinione.

Nel campo sportivo, dove, come noto, le azioni dei giocatori producono, nel bene e nel male, diffusi comportamenti di emulazione, è stato istituito un comitato etico della serie B per l’assegnazione di un “cartellino verde” che, al contrario di quello “rosso”, premia i gesti, di grande valore simbolico, attuati dai giocatori e dai dirigenti di società calcistiche. Galano, attaccante del Vicenza, è stato recentemente premiato per aver corretto in favore della squadra avversaria una decisione dell’arbitro.

La notte tra il 28 e il 29 giugno del 2004, un piccolo gruppo di giovani studenti palermitani affigge nelle strade del centro di Palermo degli adesivi listati a lutto, con la scritta “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. Da quell’azione, positivamente provocatoria, si è sviluppato il movimento  Addiopizzo, che, agendo dal basso, è diventato portavoce di una rivoluzione culturale contro la mafia, le piccole connivenze e la rassegnazione. Oggi aderiscono oltre mille negozi e imprese, con quasi tredicimila consumatori che li sostengono.

Sul versante dell’economia, la certificazione SA 8000 (Social Accountability) è uno standard internazionale  che elenca i requisiti per agire secondo i valori della responsabilità sociale delle imprese. L’Italia risulta il paese col maggior numero d’imprese certificate secondo questo standard (1.081 aziende, pari al 28% del totale mondiale), mentre la Toscana è stata la prima regione ad approvare un’apposita legge. A Milano agisce la Fondazione Sodalitas, promossa da Assolombarda, con l’intento di promuovere la sostenibilità d’impresa in Italia. Ogni anno viene conferito un Social Award alle aziende vincitrici. Quest’anno ha vinto il progetto ReporTeenSchool, il primo spazio-laboratorio di giornalismo televisivo, una Web Tv per ragazzi (dalle elementari alle medie superiori), promosso dalla Città della scienza di Napoli e dall’Ufficio scolastico regionale della Campania, grazie al sostegno di Wind. L’obiettivo è di fornire elementi critici in grado di selezionare qualità e contenuti delle notizie.

La società pubblica Agac Infrastrutture (che raggruppa  quarantacinque Comuni della provincia di Reggio Emilia) e la società Iren Rinnovabili hanno realizzato il progetto “Domani splende il sole”, finalizzato allo sviluppo delle energie rinnovabili e al risparmio energetico attraverso la costruzione d’impianti fotovoltaici  installati su edifici comunali, anche come stimolo alle economie locali (coinvolte 20 piccole aziende per complessivi 120 addetti).

Diversi imprenditori diventano custodi dei “luoghi del cuore” individuati dal FAI: la Fondazione Fendi, sostiene il Festival dei due mondi di Spoleto e  contribuisce al restauro del Teatro Caio Melisso;  la famiglia Zegna avvia la riqualificazione ambientale con l’Oasi Zegna dell’Alta Valsessera (Biella), un percorso tra pascoli, scorci panoramici e punti di ristoro, prodotti tipici della montagna; la Tod’s di Diego Della Valle  consente il restauro del Colosseo; Bulgari interviene per il restauro della scalinata di Trinità dei Monti; la Cooperativa Cantine Settesoli (Menfi, provincia di Agrigento), che ha duemila soci e coltiva diversi tipi di uva, contribuisce alla fruibilità del Parco Archeologico di Selinunte, nella consapevolezza che il futuro dei giovani di quel territorio si gioca sull’agricoltura e sul turismo. Nel 1987 Gianfranco Imperatori aveva fondato “Civita”, un’associazione che prese il nome dalla frazione Civita del comune di Bagnoregio, un borgo abbandonato in provincia di Viterbo che l’associazione riuscì a ristrutturare e a renderlo accessibile. Oggi a Civita (e alle sue partecipate) sono associate 150 imprese con centinaia di dipendenti e l’associazione viene  considerata come un centro di promozione di un nuovo modello di sviluppo socio-economico basato su un positivo rapporto pubblico-privato, a sostegno di beni e iniziative culturali.

Le esperienze di “economia di comunione”, promosse a livello internazionale dal movimento dei focolarini di Chiara Lubich, hanno celebrato i 25 anni.  In Italia aderiscono 263 aziende che operano in diversi settori di attività, e su queste attività sono state presentate 380 tesi di laurea.

Nel settore della moda si stanno sviluppando i progetti di “moda etica”. Tra i suoi protagonisti incontriamo Brunello Cucinelli, il re del cashmere, teorico del capitalismo umanistico, proprietario di una grande azienda di oltre 700 dipendenti, che ha rilanciato il borgo trecentesco di Solomeo (Perugia) e ha regalato ai suoi lavoratori fino a mille euro da utilizzare per acquisti di libri o per la partecipazione a mostre o a spettacoli teatrali.

In Calabria, il Consorzio GOEL a Gioiosa Jonica, nell’aria della Locride, promuove e valorizza una “meritocrazia solidale” che  restituisce protagonismo agli individui e alle comunità. Molti degli aderenti sono agricoltori vittime dei soprusi della ‘ndrangheta. Vi aderisce anche l’atelier Cangiari, che è il primo marchio di moda etica di fascia alta e si caratterizza per i suoi prestigiosi tessuti prodotti al telaio a mano. Diversi comuni  si stanno prodigando per diffondere la cultura della legalità.

Il Comune di Bologna, in collaborazione con l’associazione “Avviso Pubblico”, ha un programma di formazione dei propri dipendenti, incentrato sulla convinzione che per prevenire la corruzione non basta la competenza specifica dei tecnici, occorre una formazione diffusa alla cultura della legalità. Sempre su questo versante Gherardo Colombo, da quando ha lasciato la magistratura, viaggia nelle scuole italiane a illustrare la cultura delle regole e a tal fine ha fondato l’Associazione culturale “Sulle regole”.

Infine, ricordo il commercio equo solidale, che si esprime con l’apertura di “botteghe solidali” e  si propone di migliorare le condizioni di vita dei piccoli produttori (artigiani e agricoltori) asiatici, africani e latinoamericani, organizzati in comunità  di base che prevedono la partecipazione collettiva al processo decisionale, senza distinzione di sesso, età, condizione sociale e religione.

Accanto alle esperienze citate, esiste il più vasto mondo della cittadinanza attiva che si esprime in una miriade di buone pratiche per la tutela dei beni comuni dei nostri territori. Essa rappresenta una forza positiva di cambiamento sociale e culturale che necessariamente si dovrà incontrare con la buona politica.

Salvatore Vento

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