Un utile quadro sulle iniziative che le comunità ecclesiali hanno messo in cantiere per aiutare le persone a far fronte alla crisi economica
In “Avvenire”, 25 gennaio 2012
La crisi economica continua a mordere. E allora ecco scendere in campo la «fantasia della carità» a cui si affidano le diocesi italiane per rispondere all’emergenza di chi è rimasto senza lavoro o delle famiglie che non arrivano più alla fine del mese. «Una capillare presenza responsabile della componente ecclesiale» l’ha definita il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nella prolusione di lunedì al Consiglio permanente. Un impegno quotidiano e silenzioso con lo stile del buon Samaritano di cui qui offriamo una mappa – ampia ma non esaustiva: alcune iniziative sono già state illustrate nei giorni scorsi, di altre daremo conto – per presentare i progetti che vedono in prima linea le Chiese locali.
Sono le famiglie le principali beneficiarie dei fondi diocesani «anti-crisi» che da Nord a Sud vedono le Chiese locali in prima linea.
La diocesi di Belluno-Feltre è accanto a chi è in attesa di lavoro con aiuti personalizzati. La diocesi di Piacenza-Bobbio ha puntato su prestiti «responsabili», mentre a Reggio Emilia-Guastalla la diocesi in due anni ha accettato le richieste di 469 nuclei familiari. L’arcidiocesi di Ravenna-Cervia ha istituto un fondo di solidarietà insieme con quattro banche. A Forlì gli istituti di credito in campo per rifinanziare il fondo di solidarietà alimentato anche dalla colletta nelle parrocchie. Nella diocesi di Cesena-Sarsina parrocchiali, banche e privati permettono di pagare affitti, bollette e generi alimentari, mentre a Imola dal 2009 le famiglie (60% italiane) segnalate dalle parrocchie sono aiutate con contributi per bollette, assicurazioni auto e perfino baby sitter perché le mamme possano mantenere il lavoro.
Spostandoci in Liguria, nell’arcidiocesi di Genova sono in attività dal 1996 due realtà d’avanguardia: la Fondazione antiusura e il Centro emergenza per le famiglie. A questi organismi fanno capo diverse iniziative come il microcredito sociale per l’avviamento di piccole attività, le borse di formazione al lavoro, un fondo di emergenza per la casa. Iniziative spesso con il sostegno delle pubbliche amministrazioni. Nella diocesi di Savona-Noli si è tenuta di recente la quarta colletta per «Fondo emergenza famiglie». Iniziativa simile a La Spezia-Sarzana-Brugnato dove la Caritas ha attivato un fondo in collaborazione con la Fondazione antiusura di Genova.
In Toscana i fondi nati per esigenze temporanee sono diventati permanenti, come ad Arezzo-Cortona-Sansepolcro. A Prato il fondo «Insieme per la famiglia» è attivo dal 2005, mentre a Massa Carrara-Pontemoli al microcredito – attivo anche a Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e Montepulciano-Chiusi-Pienza – si sono aggiunti gli interventi per le famiglie colpite dalla recente alluvione. A Pitigliano-Sovana-Orbetello la diocesi ha promosso un Fondo di solidarietà e garantisce i prestiti concessi dalle banche cooperative.
Nelle Marche l’arcidiocesi di Ancona-Osimo ha scelto di guardare al microcredito e la diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia ha messo in piedi il progetto «La solidarietà a lavoro». Invece la diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola ha lanciato dal 2007 una serie di micro-prestiti, mentre quella di Ascoli Piceno eroga direttamente piccoli prestiti. A Jesi c’è il Fondo San Cristoforo e a Senigallia è attiva la Fondazione Caritas.
Nel Lazio la diocesi di Viterbo propone prestiti a famiglie indebitate e quella di Montecassino è accanto alle famiglie dei detenuti della casa circondariale di Cassino offrendo un aiuto concreto. Invece la diocesi di Civita Castellana ha scelto di istituire un fondo di solidarietà parrocchiale anziché diocesano, mentre la Chiesa di Frosinone-Veroli-Ferentino ha appena presentato un fondo di solidarietà sostenuto fra gli altri dai sacerdoti che si sono autotassarsi e da imprenditori della Ciociaria.
In Abruzzo l’arcidiocesi di Chieti-Vasto ha attivato una forma di microcredito, mentre a Pescara-Penne si è scommesso sul «credito solidale» personalizzato. Teramo-Atri opera insieme alle istituzioni locali in un’iniziativa chiamata «Assiste» (Associazione interventi solidali nel teramano).
In Puglia la Fondazione San Nicola e Santi Medici di Bari è un antidoto alla piaga dell’usura e distribuisce risorse per affrontare le necessità più urgenti. Auto-tassazione del clero anche a Locri-Gerace, mentre a Oppido Mamertina-Palmi è la Caritas a distribuire fondi per bollette e spese correnti delle famiglie.
In Sicilia l’arcidiocesi di Palermo gestisce due interventi regionali in favore delle famiglie e dei senza dimora. In Sardegna l’arcidiocesi di Cagliari ha sostenuto i progetti di Prestito della speranza e di microcredito. Quest’ultimo ha permesso di aiutare lavoratori atipici, donne in difficoltà e famiglie svantaggiate.
(Hanno collaborato: S.Andrini, Q.Cappelli, A.Cinelli, R.Comparetti, F.Dal Mas, G.Gambassi, C.Genisio, M.Gervino, A.Gualtieri, E.Marraccini, S.Mengascini, M.Palmieri, S.Scolozzi, A.Turrisi).
LOMBARDIA, DA MILANO LA «MANO FRATERNA» CHE HA DATO L’ESEMPIO
Da regione più industrializzata d’Italia a territorio fortemente colpito dalla crisi. È la Lombardia in cui gli sforzi delle dieci diocesi si sono moltiplicati per fronteggiare l’emergenza. A Milano il «Fondo famiglia-lavoro» è attivo dal 23 gennaio 2009 e ha finora aiutato quasi 5mila nuclei. A Brescia la solidarietà si presenta con l’immagine di una «mano fraterna». A Bergamo diocesi, Cisl e Acli vagliano l’ accesso a un apposito fondo. A Como il fondo è stato costituito «dal basso», mentre a Crema è stato prorogato per tutto il 2012. A Cremona le risorse anticrisi convergono nel Fondo famiglie in difficoltà. Situazione simile a Lodi dove si sta creando anche una rete che educhi alla sobrietà, e a Mantova in cui sono presenti progetti di rientro sociale. Contesto diverso a Pavia sul cui territorio operano anche le Caritas di Tortona e Vigevano. (M.Pal.)
UMBIA, UN’UNICA RETE NEL SEGNO DELLA SOLIDARIETA’
Una grande rete solidale per tutta la regione. È il «Fondo di solidarietà delle Chiese umbre per le famiglie in difficoltà» che dal 2009 è operativo nel cuore dell’Italia per far fronte alla crisi economica. Un’iniziativa unica nel suo genere che è stata intrapresa dalla Conferenza episcopale umbra e che in due anni ha raggiunto i quasi due milioni di euro arrivati da fedeli, parrocchie, fondazioni bancarie, imprese, istituzioni civili e mondo della politica. Le famiglie sostenute sono state mille. «Mille operai o operaie che hanno perso il lavoro senza alcun ammortizzatore sociale», ha spiegato il vescovo di Terni-Narni-Amelia, Vincenzo Paglia, presidente della Ceu, durante la firma del protocollo con cui la Regione ha destinato al Fondo 100mila euro per questo mese di gennaio. (G.Gamb.)
CAMPANIA, ALLARME POVERTA’: 70 PROGETTI DAL BASSO
La Campania è tra le regioni più povere d’Italia: nel 2010 il 23,2% delle famiglie si collocava sotto la linea di povertà. Una situazione che trova attente e solidali le Chiese locali che hanno attivato 70 progetti (nel 2009 erano 34) per sostenere famiglie e piccole imprese colpite dalla crisi. Da notare la presenza consistente di attività di erogazione a fondo perduto presso centri di ascolto e Caritas parrocchiali (18 diocesi su 25). Numerosi anche i fondi diocesani di emergenza e solidarietà (13 diocesi), i servizi di orientamento al lavoro (10 diocesi) e il microcredito per famiglie (10 diocesi). Poi ci sono il microcredito per le imprese (5 diocesi) e le varie pratiche innovative come empori/botteghe e carte acquisti (2 diocesi). (V.Ch.)
IL MICROCREDITO FA RINASCERE IL LAVORO
Il lavoro che manca è una delle «piaghe» che interpella le Chiese locali. E le comunità ecclesiali si sono mobilitate da tempo per trovare risposte che cambiano in base alle esigenze locali.
La diocesi di Aosta è sempre più impegnata sul fronte del sostegno occupazionale e, attraverso cooperative sociali, promuove borse lavoro e corsi professionali. Ad Asti è operativo da alcuni mesi il progetto lavoro per il reinserimento con operatori specializzati. Ad Alessandria la Caritas e la pastorale del lavoro animano il Tavolo della solidarietà e del lavoro anche con corsi di alfabetizzazione.
La diocesi di Faenza-Modigliana ha messo a disposizione risorse consistenti soprattutto per chi ha perso il lavoro.
In Liguria la diocesi di Tortona ha puntato su diverse iniziative a sostegno di famiglie e imprese come la nascita di una cooperativa sociale che si occupa di pulizie, gestione mensa e dormitori, raccolta indumenti usati, taglio dei boschi.
In Toscana l’arcidiocesi di Firenze ha promosso il fondo di garanzia per l’avvio di una nuova impresa; a Lucca la Caritas propone un percorso di aiuto al lavoro; e a Grosseto chi è senza lavoro può contare sul «Fondo di solidarietà tra le famiglie».
A L’Aquila c’è il Fondo Etimos «Microcredito per l’Abruzzo» (in collaborazione con Caritas diocesana), che eroga sostegni finanziari a piccole e micro imprese e terzo settore, ma anche a famiglie. A Campobasso-Boiano è attiva la Banca dei poveri, forma di microcredito gestita dalla Caritas.
In Puglia si chiama «Barnaba» il progetto pilota di microcredito per giovani e imprese voluto dalla diocesi di Andria già dal 2002. Su questa scia stanno nascendo esperienze simili ad Ugento-Santa Maria di Leuca dove il progetto «Tobia» ruota attorno a un fondo di garanzia costituito dalla fondazione «Don Vito De Grisantis» e a Nardò-Gallipoli in cui il progetto è stato ribattezzato «Genesi». Entrambe le iniziative sono collegate con il «Progetto Policoro».
In Calabria la diocesi di Lamezia Terme ha due fondi di microcredito che si dividono a loro volta in un fondo per famiglie e uno per aziende. Lo stesso accade nella diocesi di Iglesias dove la Caritas propone un «mix» fra aiuti alle famiglie e inserimenti lavorativi.
ADOZIONI, EMPORI, FARMACI: LE SOLUZIONI SI MOLTIPLICANO
L’emergenza economica con cui fa i conti l’Italia ha spinto le diocesi ad affidarsi a una vera di fantasia ecclesiale per far fronte alle richieste crescenti delle famiglie. E, allora, ecco nascere adozioni, negozi solidali, sostegni per l’abitazione.
Le Chiese cuneesi (Alba, Cuneo, Fossano, Mondovì e Saluzzo) hanno scommesso sul progetto «Emergenza casa» finanziato con banche, comuni e consorzi socio-assistenziali per sostenere i nuclei familiari a rischio sfratto.
L’«adozione di una famiglia con bambini» è la proposta dal vescovo di Novara, Renato Corti, nella sua ultima lettera per l’Avvento. A Fidenza, oltre al fondo diocesano, è nato il progetto «Adozioni a vicinanza» che consiste nell’affiancamento sia relazionale sia economico. Invece la Caritas dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola, con la collaborazione dell’Ordine dei farmacisti, ha proposto alle farmacie di favorire la donazione dei farmaci per il Centro di ascolto diocesano: l’obiettivo è favorire l’accesso alle cure mediche da parte di genitori e figli in difficoltà.
La diocesi di Porto Santa Rufina è presente su più fronti: da una parte, è accanto alle famiglie segnalate dai centri di ascolto parrocchiali, in particolare a quelle che non hanno più uno stipendio; poi ci sono i «senza fissa dimora» che possono contare su una struttura a Ladispoli inaugurata prima di Natale; infine è sorto il servizio «Famiglie per mano» per il sostegno alla genitorialità che viene incontro anche alle povertà relazionali delle coppie.
Può anche accadere che la comunità ecclesiale si una sorta di avamposto per dare vita a sportelli solidali. Accade, ad esempio, a Carpi dove l’impegno si è concretizzato in un potenziamento dei centri di ascolto e nell’esperienza del negozio «Recuperandia», un centro operativo che permette alle persone in condizione di disagio economico di acquistare oggetti, abiti, mobili.
L’arcidiocesi di Benevento ha promosso Market della solidarietà che si affianca allo sportello del microcredito e al progetto Policoro che, grazie alla Fondazione Ettore Cotroneo, ha visto sorgere due cooperative giovanili nel settore della digitalizzazione dei documenti e delle attività di animazione dei bambini.
Molto attivo in Puglia è il «Banco delle opere della carità», il cui scopo è la raccolta di generi alimentari ed altri prodotti da distribuire in maniera indiretta agli enti convenzionati o direttamente in caso di eventi speciali, che ha sedi ad Alessano, Squinzano e Foggia. È la struttura che garantisce, tra gli altri, alimenti a molti centri benefici tra cui l’Emporio solidale nato a Lecce. E alcune strutture simili stanno per nascere in altre diocesi della regione.