HUMANITAS: le parole salvano – IL SEGNO: Benvenuto, futuro! La Speranza cristiana -VITA MONASTICA: la Chiesa è chiamata al dialogo dal suo Fondatore – LA CIVILTA’ CVATTOLICA: IA, sfida per la Chiesa

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In occasione del primo centenario della nascita di Luigi Santucci (1918-1999), la rivista Humanitas dedica un intero volume di oltre 200 pagine (n. 5/2019) al ricordo della testimonianza e dell’opera di un intellettuale che credeva e affermava che “le parole salvano”. Si tratta, in parte, di testi raccolti e rielaborati da Enrico Elli ed Elena Rondena, all’indomani dei tre convegni che si svolsero a Urbino, Roma e Milano per mettere in luce, attraverso un coro di voci, la figura di uno “scrittore di vocazione e di professione” che ha speso la propria vita per ringraziare le cose, educando così a uno sguardo sulla realtà con occhi pieni di stupore. Luigi Santucci, legato ad una grande amicizia con Carlo Bo, ha esercitato un vero e proprio “ministero della parola” ed è stato un “testimone della gioia”. Il ricco fascicolo-volume di Humanitas offre una quantità di testi che dimostrano la ricchezza del pensiero e della vita di Santucci e il suo stretto e profondo legame con le voci più interessanti del mondo cattolico (da Turoldo a Carlo Bo, da Mario Apollonio alfuturo cardinal Gianfranco Ravasi…). Così che Enrico Elli può dedicare un capitolo del libro a “Santucci, scrittore della speranza cristiana”.

Il vicedirettore de Il Segno, mensile della diocesi di Milano, Pino Nardi, apre il numero di gennaio con un bellissimo articolo intitolato Benvenuto, futuro! La Speranza cristiana. È un commento all’esortazione pronunciata dall’arcivescovo Mario Delpini nella basilica di Sant’Ambrogio il 6 dicembre. L’esortazione di Delpini e il commento di Nardi sono segni incoraggianti, in questo anno 2020, perché aiutano i cristiani a guardare al futuro con coraggio e ottimismo, con impegno generoso e intelligente, fedele al Vangelo e cordiale verso i fratelli. Tutto il fascicolo de Il Segno è illuminato dalla luce di questo impegno di giustizia, di dialogo e solidarietà. Ed ecco qualche titolo: “Rimettere le Scritture al centro della nostra vita”; “Dialogo: è l’altro a farci più ricchi”; “Rispondiamo all’odio con un abbraccio” (è un’intervista a Liliana Segre).

Vita monastica è la rivista trimestrale pubblicata dalla comunità monastica di Camaldoli. Il numero 273 (luglio-dicembre 2019) è ispirato da un concetto: che la Chiesa è chiamata al dialogo dal suo Fondatore; ed oggi quell’impegno (quello spirito!), che nasce dal Vangelo, è più vivo e urgente che mai. Ne scrivono Piero Stefani, Maria Marzia Bonato e Matteo Ferrari, il quale, partendo dal brano dei discepoli di Emmaus, spiega quanto è complesso, eppur necessario, il “discernimento” ecclesiale. Ma l’esperienza permette anche di riconoscere che talora questo “discernimento” è possibile e che le coscienze cristiane riescono, pregando e dialogando, a capire quali decisioni prendere, quali strade intraprendere…. E così avvenne in molti casi, come spiega Tiziano Torresi ricordando che nel periodo degli anni 1921-1940 gli universitari cattolici italiani seppero maturare un giudizio e costruire comportamenti e scelte coraggiose di resistenza e opposizione alle tragedie della dittatura e del bellicismo del Regime.

L’Intelligenza Artificiale (il modo in cui viene considerata, ma anche l’immagine di sé e del mondo che offre a chi la utilizza) costituisce per vari aspetti una “sfida per la Chiesa”. Ne scrivono su La Civiltà Cattolica (n. 4070, del 1 febbraio 2020) Paul Twomey e Antonio Spadaro, che concludono: “L’evoluzione dell’I.A. contribuirà in grande misura a plasmare il XXI secolo. La Chiesa è chiamata ad ascoltare, a riflettere, a impegnarsi proponendo una cornice etica e spirituale alla comunità dell’I.A. e, in questo modo, a servire la comunità universale (…) Ora ai cristiani e alla Chiesa si apre una possibilità per la cultura dell’incontro, per mezzo della quale vivere e offrire una autentica realizzazione personale a questa particolare comunità”.

(a.   bert.)

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