Massimo D’Antoni, docente di Scienza della finanza all’Università di Siena, firma un’interessante analisi su “l’Unità” del 23 dicembre (“I cattolici e il polo dei ricchi”) in cui si sostiene che, sul tema del conflitto tra capitale e lavoro, a forza di revisionismi sia la tradizione di ispirazione socialista ha finito con il gettare il bambino con l’acqua sporca. E oggi rimettere al centro il lavoro potrebbe essere il punto di convergenza della sinistra di ispirazione socialista e del pensiero sociale cattolico. Da questo punto di vista, la nuova organizzazione di moderati che sembra aggregarsi intorno a Monti, mentre potrebbe aiutare “un’evoluzione positiva della politica del nostro Paese, dove la destra è sempre stata populista ed estremista”, appare però avere le sembianze di “partito di classe”, fatto di “manager e imprenditori miliardari”. E dunque – secondo D’Antoni – “non sarà sufficiente la spolverata di solidarismo che può venire da qualche esponente dell’associazionismo cattolico, né velate benedizioni di questa o quella curia o il placet del Partito popolare europeo, a contendere al Partito democratico il voto dei lavoratori cattolici e l’eredità della tradizione popolare”.