In un articolo su “l’Unità” del 13 novembre, Stefano Fassina aveva discusso dell’apporto del cristianesimo sociale alla sinistra italiana e della crescente differenziazione del Pd dalla socialdemocrazia europea (“I cattolici e il dna democratico”). Paolo Borioni, ricercatore all’Università La Sapienza a Roma e al Center for Nordic Studies dell’Università di Helsinki, e membro della Fondazione Brodolini, ha risposto a Fassina, su “l’Unità” del 19 novembre, mostrando le molte connessioni tra cristianesimo sociale e socialismo nell’Europa dei decenni scorsi, e difendendo la tradizione storico-politica delle socialdemocrazie europee (“I cattolici stanno bene nel socialismo europeo”). Stefano Ceccanti si discosta dall’interpretazione sia di Fassina che di Borioni, osservando che la presenza dei cattolci nei partiti socialisti europei è un fatto reale e significativo ma rilevando che ha una sua specifica caratteristica, quella di criticare lo statalismo delle socialdemocrazie e di aver gettato le fondamente della Terza Via, così come l’ha paraticata Tony Blair in Gran Bretagna (“Se i cattolici nei partiti socialisti sono blairiani”, su “Europa” dei 21 novembre). Che dicono i crstiano-sociali di questo strisciante dibattito?