Su Il Foglio n 412 (maggio 2014) si può leggere tra l’altro l’interessante e vivace recensione di Enrico Peyretti alla storia dei concili pubblicata da Luigi Sandri con Il Margine: “Dal Gerusalemme I al Vaticano III. I Concili nella storia tra vangelo e potere”. Un volume di storia sì. Ma, spiega Peyretti, “due terzi del volume (670 pagine) vengono sul presente: oltre 250 sul Vaticano II, altre 250 sul post-concilio e circa 150 sul futuro dei concili. Quindi non una vita per la storia, ma una storia per la vita”. E aggiunge: “tutto il libro mostra la storicità della chiesa e della fede: è un cammino, è in divenire. Scriptura crescit cum legente, ripeteva Gregorio Magno: la Scrittura, la comprensione ed espressione della fede è nella storia, cresce con chi la frequenta: può anche regredire, decadere, ma ha la promessa di non perdersi, muta come ogni cosa viva…
Anche tra giornali e riviste ci sono quelli “poveri” e quelli “ricchi”. E la differenza prevalente non sta, di solito, nei contenuti (ci sono pubblicazioni “povere” che hanno più sale di quelle “ricche”), ma piuttosto nella regolarità con cui vengono pubblicati. Notes et documents, ad esempio è una rivista di collegamento fra gruppi e associazioni nazionali impegnati nel ricordo e nell’approfondimento del pensiero e dell’insegnamento di Jacques Maritain. In prima fila tra le associazioni e le personalità fondatrici sono stati gli italiani e tuttora Roberto Papini ne è presidente ed Ignazio Ingrao è il direttore responsabile. La rivista, i cui articoli sono pubblicati nelle varie lingue d’origine (ma prevale l’italiano), sconta naturalmente le difficoltà economiche ed organizzative di una realtà internazionale impegnata nella cultura (esce in questi giorni, ad esempio, il fascicolo n 27 datato settembre-dicembre 2013). E tuttavia, grazie ad un costante impegno volontario, Notes et documents raggiunge i suoi lettori da decenni. L’ultimo numero, che porta il saluto del direttore Piero Doria, offre tra l’altro un dossier con due notevoli saggi di Fulvio De Giorgi su “Rosmini e la riforma della Chiesa” e di Umberto Muratore su “Rosmini e il concetto di popolo di Dio”.
“L’informazione libera per contrastare la criminalità e i poteri corrotti”: non sono solo parole. Edita da Gruppo Abele, diretta da don Luigi Ciotti, animata da un gruppo di collaboratori straordinari (da Nando della Chiesa a Giancarlo Caselli, a molti giovani preparati e coraggiosi) la rivista Narcomafie costituisce uno strumento formativo e informativo di prima qualità. L’editoriale del n 3/2014 è dedicato giustamente alla veglia di preghiera organizzata da Libera e presieduta da don Ciotti il 21 marzo nella Chiesa romana di San Gregorio VII, veglia alla quale è stato presente papa Francesco! Interessanti poi gli articoli e le inchieste sull’industria della violenza, mafie ed armi, sulla presenza di don Antonio Loffredo nel rione sanità a Napoli. E poi un servizio sulla criminalità organizzata a Torino, un’inchiesta sulla diffusione e l’uso delle armi illegali in Italia… e soprattutto un’informazione accurata e incoraggiante sulle tante manifestazioni di resistenza, di protesta e di opposizione che la “base” cattolica e giovanile oppone alle multiformi invasioni della mentalità e della pratica mafiosa.
Del Congresso nazionale del Meic (già Laureati Cattolici) dedicato a “Memoria e profezia” parla Coscienza (n 6, dicembre 2013). la rivista apre con la parola del presidente Carlo Cirotto che sottolinea la stagione di crisi, di natura ancor più antropologica che economica, che stiamo attraversando. Una crisi che esige dai cristiani, per essere superata, una grande forza di speranza. Sul tema (il coraggio della profezia) la rivista offre numerosi testi congressuali e commenti: Paul Poupard, Luigi Alici, Beppe Elia, Ludovico Galleni, Simona Borrello. Beppe Elia, citando Diotallevi riconosce che dopo il Concilio, che tanto credito diede al laicato, anziché accentuare il loro impegno responsabile, di frontiera nella società, molti credenti si sono ripiegati all’interno della comunità ecclesiale in un orizzonte di isolamento e di clericalizzazione. Da segnalare anche la riproposta di Teilhard de Chardin, sostenuta da Ludovico Galleni, docente all’università di Pisa, e l’invito di Stefano Biancu, docente di etica a Ginevra: “Impegno culturale oggi significa passare dai nostri ambienti rassicuranti all’ascolto dei drammi e delle speranze della gente”. Parole sulle quali riflettere! E riflessioni analoghe nascono in chi legga testi e commenti alla XVI assemblea mondiale delle comunità di vita cristiana pubblicati su CVX – Cristiani nel mondo (aprile 2014) all’indomani della XVI assemblea mondiale delle CVX (movimento laicale animato dai Gesuiti), tenutasi in Libano ai primi di agosto. Confessa un partecipante: “Ascoltare la testimonianza di chi ha perso tutto ad Aleppo o a Homs e vive in esilio da parenti o amici in Libano, non lascia il cuore indifferente, Problemi di casa nostra che assumono dimensione eccessive appaiono futili dinanzi alla sofferenza di chi subisce le conseguenze di una guerra più assurda che mai…”.
(a.bert.)
IL FOGLIO: dal Gerusalemme I al Vaticano III – NOTES E DOCUMENTS: Rosmini e la riforma della Chiesa – NARCOMAFIE: L’informazione libera – COSCIENZA: Memoria e profezia – CVX– CRISTIANI NEL MONDO: Ascoltare la testimonianza di chi ha perso tutto
14 Giugno 2014 | 0 comments