Il 20 novembre il “Corriere della Sera” pubblica una cronaca delle reazioni all’indomani della convention “Verso la Terza Repubblica”, in cui raccoglie pareri pro e contro (Il manifesto del nuovo centro e i distinguo del mondo cattolico), e un editoriale di Massimo Franco (Attenzione da una Cei che aspetta di capire meglio) in cui si sostiene che “l’episcopato appare diviso fra chi in prospettiva punta ancora sul centrodestra; e chi, pur volendo la nascita di un altro «centro», teme sia privo di forza elettorale e subalterno alla sinistra”. Raniero La Valle, in qualità di presidente dei Comitati Dossetti per la Costituzione, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che di certo Dossetti “non avrebbe mai pensato a un ritorno dei cattolici a un’età presturziana, avrebbe temuto la riproposizione di blocchi clerico-moderati e non avrebbe approvato confuse intese e compromessi neo-liberali volti a rafforzare poteri forti diventati deboli” (La Valle sul nuovo movimento politico). Claudia Mancina, docente di Etica all’Università La Sapienza di Roma, giàdeputata negli anni ’90 del Pds, e membro della Direzione nazionale del Partito democratico, offere un’analisi assai severa verso il Pd: “La composita aggregazione per la Terza Repubblica, che ha iniziato a muovere i suoi passi sabato scorso a Roma, è – come ha già notato Ceccanti – l’immagine stessa del fallimento del Pd: partito che era nato precisamente per mettere insieme riformisti laici e cattolici, sinistra liberal e centro progressista, lavoratori postfordisti e imprenditori leali e innovativi, sulla base di un comune senso civico e delle istituzioni”.