Il nostro compito in questa vicenda elettorale

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“Vorrei che facessimo di questo portale una palestra di partecipazione democratica responsabile. Sarebbe un servizio prezioso nel tempo che il nostro Paese sta vivendo. Si tratta di non farci coinvolgere nella dialettica quotidiana, spesso povera e fuorviante, fra le parti politiche in competizione, ma di portare attenzione alle realtà problematiche a cui la politica dovrebbe dare una risposta adeguata”

 

 

In questi giorni di inizio della campagna elettorale appare con evidenza sconcertante la distanza fra gli eventi ed i problemi che preoccupano il mondo e la nostra politica: è sorprendente la tempestività con cui sono piovute sulle nostre teste promesse, che definirei infantili, sul minimo di 1000 euro di pensione anche a chi non ha versato alcun contributo, sui nuovi alberi che verranno piantati, un milione all’anno, sulla sicurezza nazionale procurata dalla patriottica difesa dei confini  dai pericolosi nemici che giungono da sud, da nord, da est….

E intanto una guerra insensata, dicono destinata a non finire, ci  ha improvvisamente destato dall’illusione di un mondo senza guerre verso cui  ci credevamo incamminati;  e con la guerra la inattesa crisi del gas, del petrolio e addirittura del grano. Una pandemia che non siamo riusciti a debellare e con cui dobbiamo abituarci a convivere. Una terra, la nostra casa, che si consuma e che noi rendiamo inabitabile. Una improvvisa siccità a cui non possiamo far fronte… Eventi vitali di dimensione mondiale che richiederebbero una presa di coscienza straordinaria ed un comportamento conseguente sul piano politico, oltre che scientifico e sociale. Soprattutto una comunione di intenti, pur nella diversità delle idee, delle  persone e delle nazioni. E invece, inspiegabilmente, questo è tempo in cui sembrano prevalere i nazionalismi esasperati, la inimicizia e la rivalità fra i popoli, la sopraffazione degli stati potenti su quelli deboli con l’incentivazione di guerre e guerriglie che alimentano la costruzione e il commercio delle armi, il tornaconto personale egoistico e una politica che lo utilizza per ottenere consensi elettorali. Tutto questo va decisamente contro il bene comune e degrada, fino a minacciarne la sopravvivenza, la nostra democrazia, il sistema che avevamo conquistato dopo le tante  esperienze politiche succedutesi nel tempo.

Il nostro Paese, in particolare, vive giorni di eventi razionalmente contraddittori ed inspiegabili se rapportati alla realtà sociale e politica. Abbiamo fatto cadere un governo che ci eravamo dati, quasi unanimemente, per far fronte alla emergenza del tempo attuale. Abbiamo preferito dedicarci alla competizioni fra  partiti, e pseudo partiti, per la prevalenza di una parte sull’altra e la conquista di un potere fine a se stesso. Non abbiamo offerto prospettive di grande futuro ma solamente la promessa della soddisfazione di bisogni immediati. Questo è senza dubbio più evidente nella “destra” dove si aggiungono anche rivalità fra leader, ma anche la “sinistra” non può limitarsi ad adottare la cosiddetta “agenda Draghi”, nata per governare l’emergenza, ma deve avere la capacità e il coraggio di indicare prospettive di più lungo respiro.

Le questioni che il mondo ci propone sono di grande portata: invertire la tendenza di conflittualità che sta assumendo il rapporto fra gli stati; superare l’equilibrio della paura che porta ad aumentare la  produzione di armi sempre più efficaci; facilitare i rapporti di collaborazione e integrazione fra gli stati poiché ci siamo definitivamente accorti che abbiamo assoluta necessità gli uni degli altri; non consentire che il mondo sia governato di fatto da potenze che strumentalizzano gli stati minori; bandire definitivamente ogni discriminazione fra etnie e rendere il mondo solidale ed accogliente per tutti; dedicarci decisamente a modificare i nostri modi di vivere per non influire più negativamente sull’ambiente vitale per noi.

Sul piano interno abbiamo la necessità di ridurre la diseguaglianza sociale ed economica  fra i cittadini, di conseguire una maggiore equità fiscale, di rendere effettivi i diritti al lavoro, alla salute, all’istruzione, all’assistenza stabiliti dalla nostra Costituzione, che definisce anche il dovere di solidarietà politica, economica e sociale, diritti e doveri che la politica deve attuare nella vita quotidiana della comunità civile.

Sono in gioco, come sempre, i fondamenti della nostra democrazia ed è chiamata in causa, di conseguenza, la responsabilità di ognuno di noi:. Ai cattolici e democratici lo ricordano in modo specifico papa Francesco, nella Fratelli tutti (cap. V), e il card. Zuppi nella lettera scritta a nome della CEI a proposito di questa scadenza elettorale.

Vorrei che facessimo di questo portale una palestra di partecipazione democratica responsabile. Sarebbe un servizio prezioso nel tempo che il nostro Paese sta vivendo. Si tratta di non farci coinvolgere nella dialettica quotidiana, spesso povera e fuorviante, fra le parti politiche in competizione, ma di portare attenzione alle realtà problematiche a cui la politica dovrebbe dare una risposta adeguata.

 

Pier Giorgio Maiardi

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