IL REFERENDUM E L’ANGUSTIA DEL SEGRETARIO DEL PD

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Nicola Zingaretti scrive a Repubblica una lettera sofferta ma reticente: “Pd sotto attacco. Chi cerca altre strade lo dica”. Sembra, in parte, rispondergli Rosy Bindi, intervistata dall’Avvenire: “Rischio derive autoritarie. Il No a difesa della Carta”. Sul Foglio un intervento di Giorgio Tonini per il Sì al referendum, con critiche un po’ impietose a chi è per il No: “Il riformismo è la realizzazione del bene possibile”. L’ironia (e il Sì) di Giuliano Ferrara sul Foglio: “Il referendum non è un voto sull’antipolitica. La signorina è morta e stramorta”. Il Corriere della sera pubblica un intervento per il Sì (Antonio Polito, “Perché Sì. È comunque un primo passo”) e uno per il No (Angelo Panebianco, “No, perché non è vero che aiuta le riforme”). Il Dubbio pubblica due pareri opposti di due costituzionalisti (amici): Stefano Ceccanti, “Perché non dovremmo schierarci? Il Pd ha già votato Sì in Parlamento” (intervista); Fulco Lanchester, “E’ necessaria la legge elettorale, visto che il Sì prevarrà”. Su Il Fatto Giacomo Salvini annota: “Le riforme degli altri. Anche in Europa provano a sforbiciare”. Renato Mannheimer, “Taglio o no, il centrodestra è sempre maggioranza” (Il Giornale). Marcello Sorgi, “Dietro l’intesa giallorossa un patto sul Quirinale” (La Stampa).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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