Enzo Bianchi ha ripreso il tema dell’impegno (ritorno…) dei cattolici nella politica con un articolo sul mensile Vita pastorale (“Un serio ritorno dei cattolici alla politica”). Ammesso che l’ipotesi di costruire un nuovo soggetto politico, “di ispirazione cristiana e popolare”, sulla linea prospettata da Stefano Zamagni e da altri nel “Manifesto” di qualche mese fa merita rispetto, anche se sembra peccare di ingenuità (perché ciò che serve ora ai cattolici è un lungo cammino di formazione, nella chiesa e nella polis), Bianchi afferma di preferire l’altra ipotesi che è oggi in campo, quella di un sinodo per l’Italia. Ma questa, in realtà, dice Bianchi, più che un’opzione è la forma stessa in cui vive la chiesa. Attraverso la via della sinodalità, nel leggere insieme i segni dei tempi, a livello di comunità e di chiese locali – dice Bianchi -, i cattolici potranno imparare, o re-imparare, ad abitare lo spazio della polis, senza integralismi. Interessante ciò che Bianchi dice rispetto alle modalità di questo cammino sinodale: un’assemblea realmente aperta a tutti, un esame dei problemi nuovi che si affacciano all’orizzonte, un ascolto reciproco, il discernimento delle ispirazioni che provengono dal primato di Dio, il raggiungimento delle convergenze di fondo per poi l’invito a ciascuno a realizzarle nella pluralità dei modi possibili, insieme a tutti gi altri.