All’inizio del mese scorso, Gastone Simoni, vescovo emerito di Prato, da sempre impegnato nel promuovere tra i cristiani una spiritualità e una cultura sociale che ne sostenessero l’impegno politico, ha scritto al quotidiano Avvenire una lettera, in due puntate, in cui esprimeva un suo sogno: che potesse nascere, oggi, “un partito di vera ispirazione cristiana, che coniughi di nuovo il sistema dello Stato di diritto e della democrazia rappresentativa e partecipativa con l’ispirazione cristiana, quella vera…”. La prima parte della lettera è stata pubblicata con il titolo “L’attesa di ‘qualcosa di nuovo’ in politica. La fatica di cambiare registro”, e una breve (perplessa) risposta di Marco Tarquinio. La seconda parte è stata pubblicata con il titolo “Per voltare pagina. Cristiani e politica: sognare ‘qualcosa di nuovo’”. Il 1° ottobre è intervenuto, su Avvenire, Giorgio Campanini, lamentando il quasi inesistente interesse di vescovi e parroci per suscitare nei cattolici l’interesse alla vita concreta della città, senza il quale è vano pensare a una loro incidenza, in una forma o nell’altra, nella vita politica (“Il ‘sogno’ di un vescovo. Cristiani e politica: oltre l’eclissi della città”). Il 7 ottobre è la volta di Lorenzo Caselli, già docente di Etica economica a Genova e già presidente del Meic, a prendere la parola, tracciando una diversa ipotesi di lavoro: “Valore alle differenze per costruire l’unità”.