Il Vaticano nelle urne italiane

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Carlo Flamigni e Stefano Rodotà, in “il manifesto” del 22 febbraio (“Il Vaticano nelle urne italiane”), lamentano che i partiti politici trascurino di discutere temi importanti come “il testamento biologico, oppure la fecondazione assistita e persino l’istruzione nella scuola” e che li deleghino alla Chiesa. E si chiedono: “nel campo della biologia e della medicina, chi ha le competenze per dare le definizioni: l’Oms o il Vaticano?”. Si veda anche il Manifesto della Laicità, recentemente approvato da alcuni intellettuali a Reggio Emilia.

 

 

 

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  1. QUESTA E LA LETTERA CHE HO INVIATO AL MANIFESTO IN RISPOSTA ALL’ARTICOLO DI FLAMIGNI-RODOTA’ , CON LA PREGHIERA DI PUBBLICARLA.

    Cara direttrice,
    a casa di mia figlia ho avuto modo di leggere sul Manifesto del 22 febbraio, “Il Vaticano nelle urne italiane” di Flamigni e Rodotà.
    Autori verso cui nutro sentimenti di stima.
    E’ stato il titolo dell’articolo a incuriosirmi. Rimandandomi indietro nel tempo. Quando cioè dopo la Resistenza italiana , i Comitati Civici “vaticani” di Gedda, con l’aiuto dei parroci, di fronte ad una Italia povera e distrutta dalla guerra, contadina e credente, spingevano i cattolici italiani ( in quegli anni tantissimi) a votare Dc: scudo con la croce che difendeva la religione cattolica dall’invasione della falce e martello ateo-comunista e statalista! Pericolo ancora esistente secondo alcuni “…cavalieri del nulla”!
    Molti anni sono passati. Anni di crescente secolarizzazione e di prosciugamento della pratica religiosa, se non della stessa fede.
    Il moderno e il post moderno, il progresso e il “post progresso” dello sviluppo ecosostenibile, ma sopra ogni cosa la democrazia e la post democrazia ( quella dei poteri forti finanziari) hanno modificato profondamente il tessuto sociale, culturale e politico del nostro Paese.
    Quando scrivo, il movimento di Grillo risulta il vero vincitore delle politiche 2013. Una vittoria di “indignati” , si scrive, che però sconvolge tutto il panorama politico italiano. Facendo toccare con mano l’egoismo localista di Maroni con la sua “Macroregione “, e inserendo pericolose suggestioni di presidenzialismo cesarista con Berlusconi & C.
    Ma credono sul serio i due autori che il Vaticano con tutti suoi guai, la Chiesa, le Diocesi e le parrocchie abbiano spostato e possano indirizzare il voto di quel che rimane dei credenti ?
    Registro invece, con vero dispiacere, che nei tardi convincimenti illuministici italiani e in pezzi di sinistra intellettuale, è ancora cristallizzato una sorta di assolutismo ideologico. Quello della ragione. Quello antireligioso. Quello anticlericale. Un pensiero forse lontano dalla realtà e dall’humus culturale del nostro Paese, dove per esempio il 90% delle famiglie italiane dei nostri giorni sceglie (ancora) l’ora di religione cattolica per i propri figli. Pur di fronte a queste ambiguità rimango tuttavia convinto che l’illuminismo non è stato solo il trionfo della ragione. La civiltà socialista e liberale che ne è scaturita, specie nelle varie declinazioni di “ Libertà, Eguaglianza e Fratellanza”, e che dobbiamo sempre difendere da qualsivoglia tentazione totalitaria oggi rivestita di populismi e di antipolitica, ha fatto emergere la democrazia e il costituzionalismo moderni. Assieme ai Diritti dell’Uomo tra cui quelli politici, sociali e da ultimo civili. Qual è allora il problema?
    A mio avviso è nella confusione di questi diritti civili con i diritti dell’individuo. Quest’ultimo osservato come monade sociale in totale e insindacabile libertà. Come nell’anarchia della favola delle api di Mandeville: “…ognuno faccia da se senza regole… l’egoismo ripagherà…e il benessere e la felicità di tutti, vedrete, se ne avvantaggeranno” . Senza riferimenti a valori collettivi condivisi ( anche laici, intendiamoci). Guardando con sospetto ai legami sociali e comunitari. E allo stesso Stato, da preferire però senza regole.
    Entro questi “valori” si può con facilità ma contraddittoriamente intravvedere l’impianto delle filosofie neoliberiste e neo-con che vanno per la maggiore, e che ripudiano qualsiasi “Contratto sociale” . Insomma individuo centro dell’universo-mondo, sociale e culturale. Tutto bene ? Sia consentito qualche dubbio.
    Specie quando questi diritti dimenticano il pluralismo dei valori e diventano un dogma razionale e laico . Vero e insindacabile. Unico.
    Quale è il punto allora?
    Mentre la libertà aggrappandosi al progresso tecnico-scientifico ha fatto passi da gigante fino ad essere propedeutica all’invocata “autodeterminazione” dell’individuo, monade e atomo sociale, dispiace sottolineare che eguali attenzioni non siano state ( e non vengano) riservate ai diritti sociali, economici e politici. Alla giustizia sociale. A volte sembra che il futuro dell’uomo, dipenda dal Vaticano, dalla religione, cattolica e non, dalle interferenze della Chiesa cattolica, dalle coppie e dai matrimoni gay, dalla loro possibilità di adottare un figlio, dalla possibilità di procreare con l’assistenza della scienza dei figli, di praticare l’eutanasia , di abortire, di tutelare insomma la scelta di ciascuno individuo svincolato da qualsiasi legame culturale e sociale, da qualunque etica ( laica) a seconda delle sue soggettive e insindacabili preferenze. Tutto giusto ? Siccome sono problemi enormi che i nostri figli saranno chiamati a risolvere, mi sia consentito qualche suggerimento alla cautela.
    In questo nostro tempo, ciò su cui non occorre invece cautela sono le battaglie (prioritarie) sulla giustizia sociale. Sulla diade “eguaglianza e fratellanza” dimenticata. Giustizia sociale, eguaglianza e fratellanza oggi nelle mani dei reali poteri forti. Che non sono quelli del Vaticano e della Chiesa. Ma sono quelli dei poteri visibili e invisibili delle grandi corporation mondiali, delle grandi banche, di Wall street e dintorni, della grande e insindacabile finanza globale che si erge come unica autorità sovranazionale, ormai libera da qualsiasi vincolo, etico e politico, ma che determina il futuro dell’uomo, del lavoro, dell’occupazione giovanile, delle famiglie di seconda settimane, e di una (fu) “middle class” , trasformata in sottoproletariato da Caritas.
    La critica alla religione e al Vaticano facciamola pure. Ma c’entra poco. E lo stesso Manifesto della Laicità, con le sue radici in un illuminismo frainteso c’entra poco. Poiché l’uscita dallo stato di minorità e l’emancipazione dell’uomo richiedono ai nostri giorni risposte etico-politiche a cui forse, ma solo forse e paradossalmente , il Vaticano e il cristianesimo una volta quest’ultimo ritornato alla sua mission originaria, potrebbero addirittura dare una mano.
    Inserire nell’agenda politica i temi laici caldi che poi altro non sono se non i temi della bioetica, di cui in ogni caso bisogna parlarne, temendo che essi siano assenti per le interferenze vaticane, crea solo strabismo alle nostre sfere di significato e alle risposte da dare. Uno strabismo che ci porta a confondere il dito con la luna.
    Nino Labate -Roma

  2. Per fortuna in Italia esiste il Vaticano altrimenti faremo la fine di paesi insignificanti come la Svezia e la Francia dove non sanno cosa inventarsi per dare un senso alla loro vita atea:

    1) Matrimonio omosessuale (per combattere la religione e darsi uno scopo)

    2) Arte moderna (serve a drogare la mente. Per quello l’antidoto è il Film: Totò a Colori. vedi la scena del quadro di Picasso)

    3) Laicismo (una volta raggiunto non serve a nulla).

    4) Pacifismo (nobile ideale in senso religioso ma che in chiave atea è solo paura della morte ed attaccamento alla vita terrena)

    5) Relativismo (conduce alla conclusione che nulla è importante. inclusi i valori progressisti…)

    6) Libertà di insultare le religioni (serve a provocare i religiosi fondamentalisti che poi se la prendono con i religiosi pacifici…)

    7) Democrazia (anche conosciuta come Governo delle Banche)

    8) Comunismo (Sistema fallimentare progettato per distruggere i valori e l’economia di una nazione)

    9) Shoa (La nuova religione dell’occidente. Il cuo scopo è sintetizzabile con la frase «gli ebrei possono uccidere, torturare, rubare e fare quello che gli pare visto che sono stati vittime.» Mentre noi, persone intelligenti, sappiamo che tutti i popoli della storia hanno sofferto, mica solo gli ebrei.)

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