L’evoluzione del volontariato nel primo ventennio del secolo, con i suoi aspetti di criticità e di novità. È il saggio disponibile sul sito dell’Associazione Luciano Tavazza e scaricabile come e-book (a questo link ) e che porta il titolo: “Il Volontariato del nuovo millennio: tra crisi e cambiamento”, a cura di Renato Frisanco.
Un contributo inedito nella letteratura più recente, arricchito dai contributi di Giuseppe Lumia e di Giuseppe Cotturri, che parte dall’affermarsi del volontariato “moderno”, ne ripercorre il cammino fino all’attualità, passando per l’ultimo decennio del secolo scorso, quello del suo preciso riconoscimento legislativo.
Ma proprio in questo frangente storico, caratterizzato dal sopravvento del neoliberismo, cominciano a essere messi in discussione i diritti sociali acquisiti e si assiste ad un depotenziamento del Welfare, con una riconcorsa alla mercantilizzazione dei bisogni, trainata dal privato o devoluta alle forze emergenti del Terzo settore.
Nel nuovo secolo il volontariato si è tutelato proponendo una propria “Carta dei Valori”, risentendo, però, di condizioni che lo portano ad essere in molti casi o “ammortizzatore sociale” o “sostituto funzionale” del pubblico nella gestione di servizi, perdendo in capacità di innovazione e nella sua funzione di advocacy nei confronti dei soggetti più vulnerabili. Vengono meno anche le sue fonti di pensiero, riflessione e monitoraggio, mentre con l’inquadramento legislativo del Terzo settore la solidarietà organizzata è una entità confusa con l’eterogenea composizione di tale universo.
Nel ventennio del nuovo millennio si assiste anche ad un salto di qualità del volontariato, mosso dall’emergere di nuovi bisogni e di nuove attese di cittadini che danno vita a forme innovative di partecipazione, soprattutto sul versante della tutela e valorizzazione dei “beni comuni”, quelli che determinano la qualità della vita dei cittadini. Si tratta di una partecipazione spontanea, che mira a specifici obiettivi, mossa dall’intento di affrontare i problemi concreti del territorio e basata, accanto e oltre alla gratuità, sulla “reciprocità” come nuovo paradigma dell’azione volontaria. La disponibilità di cittadini che si fanno portatori di nuove istanze di partecipazione in più campi di intervento, rappresenta una domanda di allargamento della democrazia.