Abbiamo negli occhi la follia di questi giorni e dei nostri porti chiusi, abbiamo negli occhi l’imbarbarimento sempre crescente di una politica e un governo totalmente incapaci di gestire il fenomeno migratorio.
La Rosa Bianca ritiene che l’immigrazione possa e debba essere gestita attraverso politiche lungimiranti del tutto alternative all’idea di rinchiudere i rifugiati in campi chiusi, senza alcuna politica di inclusione e integrazione sociale.
E’ per questo che aderiamo alla campagna per l’assegnazione del premio Nobel per la pace 2019 a Riace, il piccolo Comune calabrese che, invece di rinchiudere i rifugiati in campi isolati, li ha integrati nella vita di tutti i giorni. Riace è conosciuta in tutta Europa e in tutto il Mondo per la realtà innovativa di accoglienza e di inclusione dei rifugiati, singoli e famiglie.
Quello del paese calabrese è un modello che ha ridato vita a un territorio quasi spopolato a causa dell’emigrazione e della disoccupazione. Un modello che ha favorito integrazione culturale, sociale, economica, religiosa, tra gli immigrati e i residenti, realizzando un nuovo e alternativo percorso di sviluppo che è stato cruciale anche per opporsi allo strapotere del crimine organizzato.
La Rosa Bianca è a fianco della comunità di Riace e del suo sindaco Mimmo Lucano. Riteniamo che questa esperienza di accoglienza e integrazione sia un esempio da diffondere e non una fiammella da spegnere e dimenticare, magari con il pretesto di qualche rendicontazione imperfetta.
Sosteniamo e sosterremo la campagna per il premio Nobel della Pace all’intera comunità del piccolo centro calabrese anche per ricordare a tutto il nostro paese e all’Europa che esistono antidoti efficaci alle politiche dell’odio e dei muri e che l’immigrazione può essere associata allo sviluppo e alla sostenibilità e non alla paura.