“Quella di Renzi era ed è una proposta liberal-socialista – certamente moderata e spostata verso il centro – ma a casa propria nella sinistra europea degli ultimi quarant’anni, illustrata da esperienze governative di successo (Blair, Schroeder) e da analisi teoriche di grande finezza (Giddens), che la collegano alla lunga storia del socialismo. Da essa si può dissentire – si tratta di un dissenso che attraversa tutti i partiti socialisti europei in questa fase internazionale difficilissima per un’affermazione dei valori della sinistra – ma non si può parlare di «cambiamento per cambiamento, senza uno schema di trasformazione”. Così Michele Salvati su ilmulino online (“Prime, seconde… e terze Repubbliche?”) replica a Ezio Mauro per un suo articolo di qualche giorno fa (“La storia rottamata”). Sul Corriere della Sera Ernesto Galli Della Loggia consiglia Renzi a tirarsi fuori dall’angolo in cui oggi si trova riequilibrandosi a sinistra: non con la minoranza dem ma guardando a Milano e inserendo Giuliano Pisapia nel Governo (“E’ l’ora di Milano anche in politica”).