Monsignor Luigi Bressan, arcivescovo di Trento e nuovo presidente della Caritas italiana, si presenta con l’editoriale del n 1/2015 di ItaliaCaritas di febbraio e racconta come nella sua esperienza diplomatica (è stato Nunzio anche in vari Paesi del Sud-est asiatico) abbia incontrato molte preziose realtà create o aiutate dalla Caritas. Oltre a servizi, informazioni, testimonianze, riflessioni … il fascicolo della rivista ospita la rubrica di Domenico Rosati che riflette sulla “società sfilacciata”: la crisi generalizzata, l’aumento degli egoismi e anche delle necessità personali indebolisce sempre più le iniziative di solidarietà, collegamento, integrazione tra le diverse formazioni sociali. Ognuno è sempre più solo, al posto della solidarietà si creano alleanze d’interessi corporativi, ognuno cerca la difesa degli interessi personali o i piccoli gruppi. È un processo che potrà portare lontano e molto in basso. L’invito, di Rosati, ma di tutto il mondo Caritas e di quanti hanno un’idea di bene comune, è a impegnarsi per far capire a tutti che la corsa agli interessi privati finisce con l’impoverire tutti e creare un mondo peggiore (oltre a creare tensioni e conflitti distruttivi).
“Svegliamo il mondo!”. Così le religiose rispondono all’invito di papa Francesco a essere più presenti nel cuore dei drammi, delle contraddizioni, egoismi, pigrizie che affliggono la nostra società. L’editoriale di Consacrazione e servizio (febbraio 2015) spiega che le religiose devono “tornare ad abitare la vita, quella di oggi”. Ciò significa che le comunità di suore, ad esempio, non devono tanto cercare una “fuga dal mondo”, ma piuttosto un modo nuovo, incisivo, evangelico di viverci dentro. La Chiesa, infatti, ha bisogno della vita religiosa non per fuggire dalla realtà quotidiana degli uomini, ma “per impostare correttamente il suo rapporto col mondo”. Infatti: “non si dà fedeltà al divino che non sia fedeltà a ciò che è nell’uomo”. Molti articoli e interventi che costituiscono il fascicolo dimostrano che le religiose hanno preso sul serio il programma di “svegliare il mondo” e sono davvero in grado di farlo. E papa Francesco certo le incoraggia!
La strage a Charlie Hebdo non ha solo riempito le pagine dei giornali di attualità, ma interpella anche la riflessione di chi scrive riviste o articoli di analisi. Per esempio la rivista Il Foglio, fondato e diretto da Enrico Peyretti, dedica al tema vari interventi sul numero di febbraio. E’ una lettura interessante e non conformista perché cerca di cogliere le cause (se non le ragioni) profonde che stanno dietro a queste esplosioni di violenza. “L’ingiustizia genera violenza” dice un titolo; “Offendere il meno possibile” aggiunge un altro. “Charlie, pubblicani e prostitute ci precederanno …”, ricorda un altro.
Jesus Caritas, la piccola, ma preziosa e curatissima rivista della Famiglia Carlo de Foucauld propone una rilettura del famoso piccolo libro di Carlo Carretto “Famiglia piccola Chiesa” che uscì nel 1949 e segnò positivamente, con costruttiva novità, una (o forse più) generazione di giovani cattolici. Vengono offerti parecchi testi che documentano l’accoglienza che ebbe allora (spesso critica o anche polemica, talora sorpresa, talora aperta). Attraverso testi, fotografie e commenti si può rivivere una stagione dell’apostolato dei laici (o meglio della riscoperta della vocazione e del ruolo dei laici nella Chiesa) prima del Concilio, riconoscendo i frutti che diede. La stessa rivista (n. 137, gennaio 2015) offre vari contributi di riflessione e ricorda che si avvicina il centenario della morte di Charles de Foucauld (1 dicembre 1916).
“Quando c’è confusione, protesta, mi rivolgo sempre a lui, Benedetto XVI, ai suoi scritti sulla liturgia, ma anche su altri temi dottrinali. Ora devo abituarmi ad un altro papa”. Sono parole del cardinale Burke, riportate da Adista-notizie (n 8. 28 febbraio) che testimoniano l’esistenza nella Chiesa anche di opinioni critiche nei riguardi delle novità di papa Francesco. Sul nuovo “stile” pontificio, infatti, non mancano anche critiche e riserve, com’è naturale; ma quelle del cardinale statunitense, che ora ha lasciato più importanti incarichi in Vaticano ed è “cappellano” dell’Ordine di Malta, sono state particolarmente esplicite. “Non posso accettare” avrebbe dichiarato “che si dia la comunione a una persona che vive un’unione irregolare perché è un adultero”.
(a. Bert.)