Mauro Magatti, sul Corriere, prova a dire quali sono “I valori su cui scommettere nel disordine delle ideologie”. Sempre sul Corriere Dario Di Vico si guarda intorno e constata: “La classe operaia va a destra”. Guardando alla crisi del lavoro e alla robotizzazione Maurizio Molinari su La Stampa sostiene però che “C’è un nuovo laboratorio in Occidente”. Sul Manifesto Gianandrea Piccioli propone “Più che un partito esperienze sociali alternative”. Invece, ancora sul Manifesto, Antonio Floridia dice: “Contro il richiamo al voto utile una lista unitaria di sinistra”. Silvio Berlusconi, a colloquio con Claudio Ceresa sul Foglio: “Il mio manifesto anti-populista”. E Claudio Cerasa ritorna ancora “Sull’incapacità della nostra classe dirigente di reagire alla minaccia populista”. In Germania la Merkel vince ancora e Andrea Bonanni, su Repubblica, chiarisce qual è “Il messaggio di Berlino”. Eppure Angelo Panebianco, sul Corriere, invita a vedere “L’occasione europea dell’Italia”, e in fondo lo stesso dicono Galli Della Loggia e Roberto Esposito (“Due Europa per salvare l’Europa”). Ma a condizione che l’Italia migliori se stessa, come prova a fare la Francia secondo Sylvie Goulart, intervistata dal Corriere: “Oggi con Macron cambieremo la Francia”. Cioè che non continui ad essere, come scrive Marco Damilano sull’Espresso, “L’anello debole”.