Dopo l’Evangelii Gaudium e la Misericordiae vultus ecco l’Amoris Laetitia, esortazione apostolica post-sinodale di Papa Francesco, dedicata alla famiglia come luogo in cui si vive la gioia dell’amore. Ad essa è dedicato l’editoriale del n 3980 de La Civiltà Cattolica, in cui si mette in luce non solo l’ispirazione biblica e pastorale del documento pontificio, ma anche chiare affermazioni come questa relativa alle situazioni difficili: “ la Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti. Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante. I limiti non dipendono semplicemente da un’eventuale ignoranza della norma. Un soggetto, pur conoscendo bene la norma, può avere una grande difficoltà nel comprendere i valori insiti nella norma morale o si può trovare in situazioni concrete che non gli permettono di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa … possono esistere fattori che limitano la capacità di decisione”.
Le profonde trasformazioni che si stanno sviluppando anche nel mondo musulmano sono oggetto di varie riflessioni sul n 2/2016 de Il Mulino. In particolare Enzo Pace mette in luce la domanda di democrazia che attraversa il mondo musulmano, “un’onda verde che è stata repressa ma che comunque è riuscita a modificare i rapporti di forza” (ma anche costumi e modi di vita, come il dimezzamento del tasso di fecondità dal 1935 al 1985, o l’influenza crescente dei nuovi media). Ma certo non appare chiara una possibile linea di sviluppo, tantomeno in tempi brevi anche se aumentano le diversificazioni e le tensioni interne, come quella tra il primato del turbante (regime della verità autoritaria) e il primato dell’elmetto (espressione del blocco economico-militare).
È dedicato a un’interessante panoramica del “giornalismo tra crisi e nuove sfide” il fascicolo (n 3-4/ 2015) di Desk, la rivista trimestrale di cultura dell’informazione promossa dall’UCSI (Unione cattolica Stampa Italiana). Oltre agli editoriali di Francesco Occhetta (dedicato alla “Responsabilità del giornalismo al tempo di Francesco”) e di Andrea Melodia (“Essere giornalisti dopo Bergoglio”), la rivista affronta il tema dell’informazione digitale con interventi di Adriano Bianchi, Ennio Remondino e di Paola Springhetti (“I social network: dall’informazione alla partecipazione”).
Il 2016 è l’anno centenario della morte di Charles de Foucauld, il fratello universale, aperto all’accoglienza e al dialogo con tutti, a imitazione di Gesù. Frère Charles visse fra i tuareg gran parte della sua vita, cercando di stringere con loro, con i musulmani, con gli ultimi, un rapporto fraterno. La sua testimonianza è stata molto importante per la Chiesa universale e mostra tutta la sua provvidenziale attualità nella luce di papa Francesco. Così Jesus Caritas, la rivista trimestrale di spiritualità espressione dei Piccoli fratelli, lo ricorda sul numero di aprile, offrendo la testimonianza di quanti dall’incontro con la spiritualità e la vita dei piccoli fratelli hanno trovato luce e forza per la conversione a una vita davvero evangelica. Sono testimonianze profonde e toccanti, prive di retorica, che fanno intuire con quale forza lo Spirito converta i cuori e la vita.
E’ dedicato al digiuno il n 224 (aprile 2016) di Servitium ,quaderni di ricerca spirituale, la rivista che ha sede presso l’abbazia di S. Egidio a Sotto il Monte Giovanni XXIII. Leggere il fascicolo può aiutare a “capire il digiuno”, che a molti di noi sembra poco comprensibile. Con equilibrio e finezza gli autori spiegano il senso e i modi di questa scelta, che si può riassumere così: essa “significa in primo luogo rifiutare il mondo che mi è dato come ovvio, mettere tra parentesi il dato naturale, scontato, fattuale; significa incrinare lo status quo, spazzare la cortina con la quale ci copre l’abitudine, svelare quindi, letteralmente, il cielo mistico di ciò che accade, le cose di tutti i giorni, tutto ciò che circonda le nostre giornate, i nostri piaceri, i nostri guai …”
(a. bert.)