Nell’ambito delle molteplici iniziative promosse dal Circolo Il Borgo di Parma per celebrare il 40° della propria istituzione, si è svolto il 5 ottobre scorso presso l’Università di Parma un convegno dal titolo “La democrazia e i suoi limiti”, a cui hanno partecipato centinaia di giovani universitari e non. Relatore di spicco il prof. Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale. La prof.ssa Monica Cocconi, socia del Borgo, che ha coordinato l’incontro, ne ha tracciato per il sito c3dem un breve sunto.
La democrazia appare oggi fragile, vulnerabile, incompiuta, ma ci sono terapie praticabili che possono portare alla sua guarigione. Questo il messaggio positivo che è emerso dalla relazione di Sabino Cassese nel Convegno promosso dall’Università di Parma, attraverso la prof.ssa Monica Cocconi e l’Associazione Il Borgo, attraverso l’avv. Giuseppe Giulio Luciani, il 5 ottobre scorso presso la Sala Congressi di Economia. L’accento della relazione di Cassese, giudice emerito della Corte e professore emerito della Scuola normale Superiore di Pisa, è stato posto soprattutto sui limiti della democrazia, di cui sono sintomi emblematici il crescente astensionismo, il dilagare dei populismi e il riemergere di partiti antisistema.
Nei Volumi pubblicati di recente sul tema, la crisi della democrazia appare qualcosa di profondo e irreversibile, tale da sfigurarne il volto e trasformarla in qualcosa di altro e differente, ossia una post-democrazia. In alcuni Paesi, inoltre, si registra il segnale preoccupante della separazione fra democrazia e liberalismo, ossia l’adozione, da parte di Governi in apparenza democratici, di misure di limitazione delle libertà personali e di espressione, ritenute il cuore pulsante degli ordinamenti democratici.
In realtà qualche via d’uscita sarebbe possibile, secondo il Giudice Cassese. Innanzitutto un maggiore bilanciamento fra l’elemento democratico ed altre componenti del potere pubblico, come i principi di efficienza, di giustizia, di merito e il raccordo necessario fra la democrazia nazionale e gli ordini giuridici sovranazionali. Inoltre una maggiore compensazione del metodo democratico con forme di partecipazione deliberativa alle decisioni pubbliche più rilevanti, come accade già in Francia e nel Regno Unito con il dibattito pubblico e le inchieste.
Sull’importanza della formazione delle persone per sviluppare una capacità critica di interpretare e cogliere gli sviluppi in atto ha insistito invece il Prof. Pietro Perlingeri, Professore emerito di diritto civile. La democrazia, secondo il docente, non dovrebbe ridursi all’efficienza delle decisioni ma dovrebbe alimentarsi di meritocrazia e rispetto dei diritti umani fondamentali. Anche il Rettore Vicario Giovanni Franceschini e Luca Di Nella, Direttore del Dipartimento di Economia, hanno sottolineato la rilevanza della formazione ed educazione dei giovani per una maturazione della democrazia.
Monica Cocconi