Lunedì 15 aprile Matteo Renzi ha scritto una lettera a Repubblica (“Non basta la fede per salire al Colle”) in cui criticava quanti, nel Pd (cioè gli ex popolari), affermano che ora “ci vuole un Presidente cattolico” e parlava del suo modo di essere cattolico in politica. Gli ha risposto, piuttosto risentito, sull’Unità del 16, Giuseppe Fioroni: “Cattolici? Matteo più arretrato del Concilio”. Sulla lettera di Renzi scrive, su Repubblica, anche Agostino Giovagnoli (“I credenti in politica dalla parte degli ultimi”) che, a differenza di Fioroni, apprezza il contenuto della lettera: “È difficile – scrive – non essere d’accordo con il sindaco di Firenze quando afferma che il prossimo Presidente della Repubblica può essere cristiano o ateo, ebreo o musulmano, e quando critica l’uso strumentale della religione per cercare posti o potere”. Giovagnoli apprezza anche la critica di Renzi alla riduzione del cristianesimo a un insieme di precetti morali. Ma osserva: “neanche lui indica una strada: se è chiara l’importanza del Vangelo per l’uomo Matteo Renzi, non è chiaro che cosa comporti per il politico Matteo Renzi e per altri come lui”.