Il 31 dicembre si terrà a Sotto il Monte, luogo natale di Giovanni XXIII, la 50° Marcia della pace. L’iniziativa è stata organizzata dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, da Pax Christi Italia, dalla Caritas Italiana e dall’Azione Cattolica Italiana (vedi il programma). Ne scrive su Avvenire mons. Luigi Bettazzi (“Cinquant’anni dopo sulla stessa via di pace”). Il tema della marcia riprende quello scelto da papa Francesco per la Giornata mondiale della pace 2018: “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”). Sul Corriere della Sera, Andrea Riccardi rievoca la scelta che i padri della Costituzione italiana presero sul tema della pace e della guerra, e dà una valutazione positiva delle missioni militari italiane, compresa l’ultima, appena approvata, in Niger: “L’Italia, la Costituzione e l’impegno per la pace”. Valutazione opposta emerge in una nota del sito “chiesa di tutti chiesa dei poveri” redatta da Raniero La Valle. Giorni fa, su Repubblica, Alberto Melloni ha ricordato la “rimozione” di Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna, ne 1968, per la sua predicazione radicale della pace sulle orme del suo vicario episcopale, Giuseppe Dossetti (“Così la Curia epurò il cardinale pacifista”). E’ di due mesi fa una lucida lettura della teologia della pace scritta da un giovane teologo bolognese, vicino alla “famiglia” dossettiana, Fabrizio Mandreoli: “’Solo la pace è santa’. La religione e la guerra ‘nel nome di Dio’” (articolo1mdp.it).