Molto interessante il contrasto tra Franco Monaco, che da tempo scrive su Il Fatto Quotidiano e che oggi lo fa con un articolo, “Ma per me Conte sbaglia se ‘strappa’ con Draghi”, consapevolmente distante dalla linea del giornale, e il direttore Marco Travaglio che gli replica, a fine articolo, con la sua solita tracotanza. Luca Liverani, su Avvenire, dà conto dell’appello di molte associazioni cattoliche e non: “Non abbiamo bisogno di una crisi. Le associazioni spingono il governo”. Francesco Bei riprende l’appello su Repubblica: “La spinta dal basso”. E una spinta viene anche dall’alto: manager e professori universitari firmano un appello del Sole 24 ore; Fabio Tamburini, “Il perché di una scelta di campo” (Sole 24 ore). Giovanni Orsina ritorna sulla disgrazia del populismo della politica italiana: “I pensieri magici del populismo” (La Stampa). Sabino Cassese spiega “I motivi per completare il lavoro del governo”, e fa qualche rimprovero di metodo a Draghi (Corriere della sera). E si evoca il partito di Draghi: Bruno Tabacci, “Al voto con Draghi premier, candidato dei progressisti” (intervista a La Stampa); Roberto Napoletano, “Il governo Draghi è il partito che l’Italia vuole” (Il Quotidiano); Stefano Folli, “Dal campo largo al partito di Draghi” (Repubblica). Il parere, sensato, di Renato Brunetta: “Un progetto rinnovato può convincerlo. Il Paese rischia di perdere ogni credibilità” (intervista al Corriere della sera). Dice Stefano Passigli, sul Corriere, “La democrazia è fragile, occorre uno sforzo solidale”. Claudio Cerasa indica “Le vie per il Draghi bis” (Foglio). Il costituzionalista Gaetano Azzariti: “In trasparenza e in parlamento la soluzione della crisi” (Manifesto). Stefano Feltri su Domani: “Solo un mandato molto limitato può salvare Draghi”.
LA SPINTA PERCHE’ DRAGHI RESTI
19 Luglio 2022 | 1 Comment
20 Luglio 2022 at 10:37
Ho letto l’articolo su Il Fatto di Franco Monaco e la risposta di Travaglio. Ho l’impressione – ma credo che Monaco lo abbia già capito – che la risposta di Travaglio sia un modo elegante per dargli il ben servito, come aveva già fatto con Furio Colombo.