E’ morto ieri a 82 anni a Modena Luciano Guerzoni, professore ordinario di Diritto ecclesiastico all’Università di Modena, presidente della Fondazione Ermanno Gorrieri, parlamentare della Sinistra indipendente per due legislature fino al 1992 e poi dal 94 al 96 per i Progressisti.
Guerzoni ha fatto parte della Commissione Affari sociali e della Commissione Istruzione e Cultura della Camera, è stato Sottosegretario di Stato all’Università nei Governi Prodi e D’Alema, dedicando gran parte del suo impegno istituzionale alle problematiche della famiglia, delle politiche sociali, del lavoro e dell’università, con il piglio dello studioso e con la passione e l’onestà intellettuale da tutti riconosciute.
Su questi argomenti, oltre che sui temi della laicità e delle libertà religiose, ha realizzato numerose pubblicazioni.
Nel 1993 è stato, assieme a Ermanno Gorrieri e Pierre Carniti, tra i fondatori del movimento dei Cristiano-sociali, nel quale ha riversato il suo importante patrimonio di elaborazione culturale, di esperienza politica e di impegno istituzionale.
Una persona per bene prima ancora che un esponente della politica e delle istituzioni, attento osservatore delle vicende del territorio e interlocutore cordiale e rispettoso in ogni ambito della vita pubblica.
Insieme a Ermanno Gorrieri, Pierre Carniti, Pietro Scoppola, Carlo Alfredo Moro, Pierpaolo Casadei Monti, Paolo Cabras, Carla Passalacqua, Domenico Maselli e molte altre personalità, appartiene ad una generazione che ha cercato con i Cristiano sociali di ancorare ai principi di una fede religiosa vissuta con autenticità e discrezione un impegno politico laico, fondato sugli ideali della giustizia e della solidarietà.
Guerzoni ha fatto cioè parte di una schiera di figure straordinarie della storia politica del cattolicesimo democratico e sociale, generose, disinteressate e dal carattere forte, animate da uno spirito ideale profondo, capaci di guidare e di attrarre.
Classe dirigente credibile e rispettata, non allettata dal potere ma, se chiamata ad esercitarlo, capace di farlo con rigore e senso delle istituzioni.
Studiosi, competenti, analisti della società e al servizio della democrazia, portati a mantenere i piedi per terra per capire e per ascoltare e, insieme, coltivare una visione, guardare lontano, anticipare il futuro e provare ad andargli incontro. Per questo io e molti altri, che siamo venuti dopo, li abbiamo considerati maestri, abbiamo intravisto una luce nel loro cammino e ci siamo lasciati guidare.
Abbiamo cercato anche noi di rispondere al servizio della politica con la stessa passione, la stessa responsabilità, il medesimo coraggio.
Probabilmente non ci siamo riusciti, ma se ci abbiamo provato è perché abbiamo tentato di seguirne l’esempio.
Mimmo Lucá
2 dicembre 2020