L’apprezzamento del Vaticano a Monti. Un dilagare di commenti

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Grandi reazioni ha suscitato l’articolo che l’Osservatore Romano ha dedicato il 27 dicembre a Monti, “La salita in politica del senatore Monti”, a firma di Marco Bellizi. Un articolo che è stato letto, per lo più (e forse eccessivamente) come un esplicito endorsement del Vaticano a favore di una lista Monti alle prossime elezioni. I commenti della stampa sono molto strillati. Fa, in parte, eccezione Domenico Rosati su l’Unità: “Tutto il credito che può circondare l’operazione Monti, una volta stabilito che ad essa non compete il monopolio della qualità, – scrive l’ex presidente delle Acli (“Il sostegno ecclesiale e il rimorso del passato”) – non può abbagliare l’Osservatore fino al punto da fargli ignorare che nella realtà italiana, ormai in modo stabile, una quota certamente maggioritaria dei cattolici praticanti orienta le proprie opzioni politiche a sinistra, e precisamente verso il Pd”. Il Corriere della Sera titola un articolo di Gian Guido Vecchi Sostegno del Vaticano (a Monti, ndr): vuole recuperare la politica alta e nobile”. La Repubblica titola a tutta pagina, la prima, “Il Varicano benedice Monti” e pubblica un’analisi di Gad Lerner, “La Chiesa e il profumo della vecchia Dc” e un retroscena di Marco Ansaldo e Francesco Bei,Quel filo diretto con Benedetto XVI”. L’articolo di Lerner inizia così: “Era dai tempi lontani della Dc che il Vaticano non interveniva con tanta nettezza nella vicenda politica italiana. Mario Monti viene indicato dall’Osservatore Romano come il leader che oggi sarebbe in grado di corrispondere al bisogno di una ‘politica alta’…”; e prosegue dicendo di “ riconoscere nell’incoraggiamento a Monti dell’organo — non dimentichiamolo — di una Segreteria di Stato straniera, ben altra istintiva, atavica pulsione ideologica: erigere un argine per fronteggiare la possibilità concreta di una vittoria elettorale della sinistra”. Anche per Andrea Tornielli, su la Stampa, “l’endorsement non poteva essere più esplicito” (“La ‘benedizione’ esplicita dopo un anno di segnali”). Su Il Messaggero Franca Giansoldati dà conto del fatto che “I cattolici accelerano e lavorano alla lista civicae annota, tra l’altro, di una candidatura offerta a Franco Miano, presidente dell’Azione cattolica italiana, che l’avrebbe rifiutata. Vittorio Feltri, su Il Giornale, scrive che Vaticano e Cei appoggiano Monti per interesse e che ne avrebbero già ricavato concreti favori (“Vendono il Papa a Monti per diciassette milioni”). Anche per Marco Politi, su Il Fatto Quotidiano, quello del Vaticano  è “un solenne appoggio” all’agenda Monti, la quale è invece così “dimentica della dottrina sociale cristiana” (“La solitudine degli ultimi”). L’Avvenire pubblica una lettera di un deputato del Pdl al Direttore con risposta in cui Marco Tarquini, dovendosi difendere dall’accusa di aver “scaricato” Berlusconi, che pure – scrive il deputato – aveva evitato all’Italia provvedimenti che altri Paesi europei avevano preso e che alla gerarchia della Chiesa sarebbero dispisciuti, in realtà fa finta di non capire… (“Il valore delle cose ‘non fatte’”). L’Avvenire pubblica anche un’intervista a Stefano Zamagni, in cui il professore cerca di frenare l’entusiasmo pro Monti dell’intervistatore (Massimo Calvi) osservando che l’agenda Monti, a suo dire, contiene “molte buone intenzioni” ma appare senza anima: “si evoca ma non si approfondisce una prospettiva di sviluppo che vada oltre la dimensione economica e finanziaria (…); non si può ridurre tutto a economia e finanza” (“Zamagni: ‘L’Agenda lieviti così…’”). Piero Alberto Capotosti, su Il Messaggero, mostra di apprezzare “la forza innovativa del ‘metodo’ Monti di ‘salire in politica’”, cioè partendo dalla presentazione di un programma; però indica anche le difficoltà dell’operazione che Monti ha avviato (“Così l’agenda Monti scompagina l’eterna rissa all’italiana”). Ancora su la Repubblica, un altro ex presidente Acli, Luigi Bobba, in una breve intervista rivendica il ruolo dei cattolici nel Pd e nega che la Chiesa si sia schierata “elettoralmente” con Monti, ma solo che ne ha apprezzato l’azione di governo “Noi del Pd ancora primi tra i credenti”). In un’intervista a l’Unità, Rosy Bindi dice: “Puntiamo a vincere le elezioni e a governare con i moderati. Il nostro candidato è Bersani. Col professore ci confronteremo ma peseranno anche i voti…” (“Monti in campo è una risorsa. Ma Ora serve il cambiamento”).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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