In un’intervista rilasciata al magazine “Vita” del 12 febbraio 2012 a cura di Giuseppe MImmo, l’ex Presidente del Consiglio italiano e della Commissione europea, Romano Prodi, rilancia l’idea, già sommariamente dibattuta nel corso dei precedenti anni, di istituire un servizio civile su base obbligatoria.
Un servizio civile obbligatorio per venire incontro alla voglia di partecipazione dei giovani Romano Prodi ci riprova. Dopo aver timidamente ventilato, già nel lontano 2007, l’ipotesi – poi caduta nel vuoto – di subordinare il conseguimento della laurea a livello europeo al trascorrimento di un periodo di sei mesi all’estero “come studenti, o come lavoratori in azienda o prestando servizio civile”, l’ex premier ritorna sull’ultimo punto e sceglie le pagine della rivista “Vita” per farlo. Di fronte al vertiginoso calo delle risorse destinate al fondo nazionale per il servizio civile – nel giro di soli quattro anni si è assistito ad un drastico taglio di oltre il 400% dei fondi – Prodi risponde facendosi portavoce del “Manifesto per un servizio civile universale“.
Servizio civile obbligatorio, perchè?
“Ai nostri ragazzi serve un servizio civile aperto a tutti – afferma il professore nel corso della sua intervista al settimanale – e se per farlo l’unica strada è renderlo obbligatorio, facciamolo”. Il tema è di quelli delicati, in grado di trascinare con sè una lunga serie di dibattiti e polemiche e scatenare divisioni tra blocchi di favorevoli e contrari. A scanso di equivoci, l’ex leader dell’Unione giustifica la sua scelta di campo rimarcando l’impatto positivo che un’operazione del genere potrebbe avere sul tessuto sociale italiano. Del resto, le ricerche condotte dal Centro universitario di studi sul servizio civile, di cui si fa menzione all’interno dello stesso Manifesto, rilevano come il servizio civile in questi anni si sia dimostrato un efficiente moltiplicatore di valore sociale, in conseguenza del quale per ogni euro investito si è prodotto un controvalore quattro volte maggiore in termini di formazione e servizi sociali offerti.
Ma l’iniziativa nasce innanzitutto dall’amara constatazione che i tagli degli ultimi anni hanno ridotto la possibilità di accesso al servizio civile da parte dei giovani, desiderosi oggi più che mai di sentirsi protagonisti della vita del paese e che spesso e volentieri decidono di ricorrere a tale strumento per soddisfare la loro voglia di partecipazione. L’idea di Prodi nasce dunque con l’obiettivo di risolvere il paradosso di una domanda crescente al cospetto di un’offerta decrescente attraverso l’istituzione dell’obbligatorietà del servizio civile nazionale, con la previsione di effetti benefici in termini di aiuto ai giovani e alla coesione sociale.
Del resto, non è la prima volta che un tema così spinoso viene dibattuto in Italia. Alcune proposte di legge e interrogazioni parlamentari sono state già avanzate nel corso dei precedenti anni da esponenti di diversa sensibilità politica. Romano Prodi ha solamente riportato la questione alla ribalta. Si attendono ulteriori sviluppi.