Giuseppe Dossetti
L’invenzione del partito
Vicesegretario politico della Dc
1945-46 / 1950-51
a cura di Roberto Villa
Edizioni Zikkaron, Euro 28
ordinazioni.zikkaron@gmail.com
di Giampiero Forcesi
“In questo nuovo periodo della mia vita iniziatosi, con una separazione netta, forse dura, ma pur necessaria della mia strada da quella che tu ed altri amici pur tanto cari percorrete, sento sempre più ravvivarsi e purificarsi l’affetto che mi ha legato a voi. Credo anche di aver imparato un po’ di più a rendere giustizia all’onestà dei vostri sforzi e alla oggettiva invincibilità di certi ostacoli; almeno nella misura in cui approfondisco ogni giorno di più la vera natura di certi limiti, che non sono limiti delle persone, ma delle ideologie, delle strutture e di un intero sistema. E’ da questo e non da quelle che io mi sono allontanato e mi allontano sempre di più”.
Questo passo è in una lettera inedita di Giuseppe Dossetti a De Gasperi, scritta il primo gennaio 1952. E’ uno dei numerosi elementi di interesse contenuti in un libro curato da Roberto Villa in occasione del ventennale della scomparsa di Dossetti. Il volume raccoglie un numero cospicuo di testi autografi, in larghissima parte inediti, legati per lo più ai due periodi nei quali Dossetti ricoprì la carica di vicesegretario della Dc, cioè il biennio 1945-46 e il biennio 1950-51. Sono corredati da appunti presi da Guido Gonella durante le riunioni della Direzione centrale della Dc, da appunti anonimi presi ad un incontro dell’associazione Civitas Humana e da altri di pugno di L. Paganelli, stilati nel corso degli incontri di Dossena. E’ un materiale disorganico (lettere, appunti, memorandum, interventi in organi di partito, scalette di relazioni, stralci giornalistici di interventi svolti in vari contesti) che Roberto Villa li ha raccolto negli anni scorsi nell’ambito di un’ampia ricerca archivistica.
A differenza degli scritti politici “maggiori” di Dossetti pubblicati in passato, queste note raccontano in presa diretta la sua laboriosità quotidiana, la sua straordinaria capacità di lavoro, la sua acribia nel cercare di costruire, come egli riteneva che andasse costruito, il partito della Democrazia cristiana, partito di cui si era trovato, un po’ inopinatamente, a essere nominato vicesegretario poco più che trentenne, a pochi mesi dalla fine della guerra. Il titolo del libro dà conto proprio di questa sua tenace determinazione: “L’invenzione del partito”. Un esempio notevole della visione che egli aveva della funzione del partito e dell’impegno che fin da subito egli profuse per inventarlo è dato dalle dettagliatissime “disposizioni” che diede per la “Giornata della solidarietà popolare” indetta dalla Dc per il 1° novembre del ’45. La Giornata avrebbe dovuto essere, scriveva, “la dichiarazione e a un tempo l’inizio della concreta attuazionedi un programma di solidarietà di tutto il popolo italiano”. Si tratta di indicazioni molto ricche sul piano dei contenuti ideali, dei valori da mettere in campo, ma anche ricche di iniziative concrete che dessero corpo ai valori proclamati, e ricche di particolari organizzativi pensati con estrema cura. Dossetti arrivava dappertutto. In una nota del 25 novembre dello stesso anno scrive che il partito “non può lasciare avvicinare il periodo delle Feste senza consigliare i dirigenti degli uffici provinciali sulla opportunità di approfittare della ricorrenza natalizia per promuovere in tutte le sezioni riunioni atte a richiamare ai nostri aderenti la dottrina nostra sulla Famiglia”.
Dossetti, nel secondo periodo in cui ebbe il ruolo di vicesegretario del partito, partecipa a tutte le riunioni della Giunta esecutiva centrale, che ha il compito di coordinare l’attività dei dirigenti del partito in tutti i settori, e ne tiene i verbali (perché non si fida del verbalizzatore ufficiale). E’ lui che predispone gli argomenti in discussione e quasi sempre è lui che ne svolgei contenuti avviando la discussione. In un anno partecipa a 31 sedute della Giunta, a cui vanno aggiunte ventisette riunioni della Direzione e una lunga serie di riunioni dei direttivi dei gruppi parlamentari e del collegio dei probiviri. Ma se Dossetti si occupa di ogni aspetto della politica del partito (e nel libro, ad esempio, si trovano brevi ma assai interessanti annotazioni sul concetto di democrazia sostanziale e sulle critiche da lui mosse alla politica economica impostata da Pella), straordinaria è l’attenzione che egli dà a rendere il partito stesso un organismo davvero vivo e vitale, partecipato da ogni singolo aderente e in grado di trarre da ogni singolo aderente la linfa vitale per la sua azione politica: si veda la scheda predisposta per i comizi dedicati alla “vitalizzazione del partito”.
Vi sono, poi, nel libro pagine insolite. Come la lettera scritta nell’agosto 1950 a Luigi Carraro, professore di diritto privato e segretario regionale della Dc veneta, in cui con grande umiltà scrive: “Vorrei che tu mi aiutassi a fare il mio bilancio, indicandomi anche le mancanze e gli errori che io non ho saputo vedere”. O le brevi lettere scritte a Mario Scelba, più tardi, nel ’54, quando Scxelba divenne primo ministro, e poi nel 1959, al tempo della sua ordinazione sacerdotale: in esse c’è la testimonianza, come nota Roberto Villa, di come Dossetti, pur nella divergenza politica, seppe tenere forti rapporti amicali con gli uomini provenienti dall’esperienza del popolarismo sturziano.
Il volume è edito dalle Edizioni Zikkaron, promosse a Marzabotto dalla cooperativa Koinonia fondata nel 1999 da alcuni membri della Piccola Famiglia dell’Annunziata, la comunità a cui Dossetti ha dato vita a metà degli anni ’50. Se un piccolo rimprovero forse si può fare a questo libro ( che se non si trova in libreria può essere richiesto scrivendo a ordinazioni.zikkaron@gmail.com) è nella fatica a cui costringe il lettore per distinguere, graficamente, le varie introduzioni esplicative ai testi dossettiani e i testi stessi. Quasi che il lettore venga coinvolto nel certosino lavoro condotto dal curatore del libro con i suoi pazienti scandagli nei numerosi archivi consultati.
Giampiero Forcesi