E’ giusto e sacrosanto appoggiare la guerra dell’Ucraina, invasa dalla potenza russa.
E ha chiaramente torto Conte a negare gli aiuti militari, ciò che ci farebbe rompere i rapporti coi nostri alleati, cosa tanto impossibile che impensabile.
Ma invece il ragionamento andrebbe spostato sulla prospettiva cui è finalizzato il rifornimento di armi: sembra logico pensare perché l’Ucraina possa difendersi e poi trattare con la Russia nelle migliori condizioni possibili.
Però questa non è la prospettiva di Zelensky: fin dal primo momento ha sostenuto che l’obiettivo è la vittoria sulla Russia e la riconquista dei territori occupati (Crimea compresa).
Allo stato attuale delle cose questo obiettivo sembra chiaramente non realistico (e questa opinione va diffondendosi in Europa), per il semplice fatto che la Russia si presenta molto più forte dell’Ucraina.
I due fronti sono fermi da tempo e non solo per il fattore inverno (i droni, i missili, i bombardamenti fanno danni e uccidono persone, ma non cambiano minimamente i rapporti di forza).
L’Ucraina non è in grado di avanzare: ogni avanzata è un bagno di sangue che non può permettersi perché ormai è a corto di mezzi e di uomini (sono stati richiamati giovani di 17 anni e si mandano al fronte anche delle donne).
La Russia da parte sua non scarseggia di uomini e ormai la sua industria si è messa al servizio della guerra, producendo armamenti più che sufficienti.
Quindi in questo momento le armate sono ferme, schierate su posizioni difensive. L’Ucraina non ha le forze per attaccare, la Russia si accontenta di difendere il territorio conquistato (praticamente tutto il Donbass) senza mettere in pericolo altre vite umane.
Se le cose sono ferme, e non sembrano destinate a cambiare, l’unica via d’uscita è la trattativa.
Chi può aprirla? Non sembra l’Europa che non ha espresso il minimo tentativo in questo senso (ed è uno dei suoi gravi limiti); i veri interlocutori sono USA-NATO.
Putin non ha interesse a una discussione sul Donbass, che è già suo, ma ad un’intesa ben più vasta sul dispiegamento delle armi in Europa, volta a trovare un accodo equilibrato (lasciando stare di chi è la colpa per il fallimento delle intese precedenti).
Biden e Blixen sono in grado di assumere questo ruolo? Sarebbe molto utile dato l’allargarsi di conflitti un po’ dappertutto, a partire da Israele e dal Medio Oriente.
Se non lo faranno, lo farà Trump, possibile futuro presidente USA, al quale l’Ucraina interessa poco, a considerandola un onere eccessivo e soprattutto inutile.
Rischiamo che la pace in Ucraina avvenga non per un’azione democratica condivisa e voluta, ma per altri motivi meno ideali, di interessi politici non chiari e di rapporti internazionali meno limpidi.
29 Gennaio 2024 at 16:42
Sostanzialmente condivido. Credo che si debba assolutamente operare per uscire dalla logica della guerra che, comunque, non può avere sbocchi positivi per nessuno. E invece, temo, che non ne siamo tutti convinti e la situazione mondiale che stiamo vivendo pare testimoniarlo in maniera tragica. Questa mattina il nostro ministro Crosetto richiamava il Paese alla necessità di stare pronti e prospettava la chiamata dei riservisti: uno scenario di guerra! Temo che la parte politica che ci governa e che sembra prevalere in tante delle nostre democrazie, con il nazionalismo, il patriottismo esasperato ed il sovranismo, non possa essere di grande aiuto per uscire da queste logiche di guerra!