Alla sua consueta “lettera mensile” nell’ambito del programma “Il nostro ‘58” con cui ripercorre i fatti del periodo preconciliare e conciliare, Luigi Pedrazzi ha allegato, come di consueto, un nota sul tempo presente. La pubblichiamo qui di seguito. (Chi volesse vedere tutte le lettere può cliccare qui).
Il Pd ha parecchi difetti, ma resta il partito nazionale più meritevole e va sostenuto, nella sua assemblea e nella proposta che vi sosterrà il segretario Bersani, che è divenuto più bravo, ora che ha davvero le spalle al muro. Non si perda tempo, ma si tenga duro: accrescere la confusione purtroppo è ulteriormente possibile. E’ meglio evitarlo e ciascuno si assuma le responsabilità che gli competono; gli eletti in parlamento, almeno quanto i cittadini nell’opinione pubblica.
La situazione italiana è difficile, davvero. Ma la nostra crisi viene dalla condizione reale dei partiti, resi deboli in Italia da mezzo secolo di decadenza morale e culturale della nostra società, che si è allontanata dal quadro formativo della nostra mirabile carta costituzionale. I cittadini già lo pensano, almeno in modo approssimativo, e non devono dimenticarsi quanti di loro, sbagliando, o si sono astenuti, o sono stati a lungo incerti, e tuttora non sono convinti di quale soluzione “parlamentare” sia augurabile che si affermi, per fronteggiare, ad un tempo: a) le emergenze economiche gravissime e rischiose per tutti, e b) avviare il cambiamento istituzionale e programmatico che finora latita.
L’unico che, visti i voti popolari, abbia indicato la soluzione da provare per prima, è Bersani. Monti ha fatto un lavoro che certo non può continuare, anche se ha avuto dei meriti (ma anche dei limiti ormai non più prolungabili), perchè a questo fine ha raccolto troppo pochi consensi.
Quanto al creduto, a torto, tanto grande Berlusconi, ha fatto quasi solo guai per molti anni; ha poi, ultima colpa non piccola, aperto lui l’ultima crisi, per cercarsi una rivincita (di fatto non raggiunta, anche se parecchio ha recuperato: ma non abbastanza, restando sotto Bersani e la sua famigerata “sinistra”, e troppo ironizzata modestia di personalità): e poi Berlusconi ha in scadenza processi che può perdere, gravissimi e messi assai male. Prima si faccia assolvere in Tribunale e poi si riproponga all’attenzione dei berlusconiani e solo in seguito anche al giudizio dei cittadini che non lo stimano e non lo vogliono più così importante nel governo del paese.
Quanto a Grillo, si può sedere a tavoli importanti, se lo vuole lui e se ha il consenso dei suoi parlamentari: certo, è bravo a gridare cose vere, ma ne dice anche di sciocche, pericolose e fin illegali, come la volontà di non rispettare l’art. 67 della Costituzione (che finora non ha nemmeno proposto di cambiare). Ma discutere con Grillo è possibile e su varie cose Bersani può concordare con lui.
Questo dell’art. 67 è un punto politicamente importantissimo. Ma che cosa ne pensano i grillini, non sempre seriamente riflessivi? Se qualche parlamentare non pd volesse sostenere il cambiamento di cui Bersani sta parlando (ora con una determinazione più forte), e per farlo in autonomia personale, perchè ne è convinto a sua volta, e non perchè riceve soldi o favori, molte strade importanti potrebbero essere percorse con onore. Per questo eventuale risultato, utile e legittimo, ascoltare Bersani potrebbe avere un senso, sia tra berlusconiani già da tempo dubbiosi dei meriti del “capo”, sia tra grillini riflessivi sull’impegno democratico personale: ciascuno può assumersi responsabilità importanti e palesi al riguardo. Invece, se né partiti altri dal pd, né membri di essi, purtroppo – pur tanto giustamente critici dei limiti storici dei nostri partiti – non si determinassero ad aggiungere il proprio legittimo e costituzionale consenso al governo Bersani, una volta che si fosse presentato in parlamento per cercare di avviare il necessario cambiamento della vita politica italiana, un “governo di scopo”, anche più modesto e rapido a cambiare almeno la legge elettorale, potrebbe formarsi – extrema ratio – senza gravi difficoltà, ed entro l’estate si potrebbe far votare di nuovo i cittadini italiani, con il vantaggio di farlo su situazioni divenute più semplici e chiare, meglio differenziate rispetto a quelle assai confuse di oggi.
Contiamo, dunque, entro marzo, di vedere avviate cose importanti per la vita pubblica italiana. Importanti anche, come per la chiesa italiana, sarà pure (e forse di più, perchè è cosa che riguarda il mondo e passa per dimensioni di interiorità spirituale), l’elezione di un papa che sarà successore di Benedetto XVI, carissimo e nuovissimo “monaco nel recinto di San Pietro”.