Centro culturale Aldo Moro di Genova – mariapiabozzo2@gmail.com
Quale è la vostra posizione sulla riforma della Costituzione e sul relativo referendum, e come la motivate?
Potremmo definirlo un NO ragionato, non catastrofistico, ma valutato dopo un attento esame del contenuto, con riguardo particolare a composizione, modo di elezione e funzioni del Senato. Aspetti negativi ha anche il nuovo rapporto tra Stato e Regioni.
Secondo voi, è oggi più importante garantire una maggiore governabilità, cioè stabilità dei governi, oppure è più importante assicurare un’ampia e equilibrata rappresentanza alle diverse forze politiche? Ritenete la legge elettorale detta Italicum una legge soddisfacente oppure no, e perché?
Il Parlamento deve assicurare ampia ed equilibrata rappresentanza alle forze politiche ed anche alle formazioni sociali rappresentate dalle forze politiche. La governabilità dipende non tanto dai numeri della composizione del Parlamento, quanto dalla capacità del governo stesso di meritare la fiducia che chiede. Quanto all’Italicum, è una legge che ha una sua logica ed è difficilmente emendabile; rimango convinta che il Mattarellum assicurasse al meglio il rapporto tra rappresentanza e governabilità.
Ritenete che Matteo Renzi, come segretario del Pd e come capo del Governo, si muova in un solco in linea di massima corrispondente con la vostra cultura politica, oppure ritenete che presenti dei caratteri che con essa sono scarsamente compatibili o addirittura configgenti? (e, in questo secondo caso, quali in particolare?).
Ho sempre atteso una maggiore capacità di decisione dai governi passati, ma essa deve essere accompagnato dalla bontà e validità delle decisioni. Non basta fare l’elenco delle riforme fatte per dare una valutazione positiva all’operato del governo. Inoltre come segretario del PD Renzi ha sempre considerato la sua linea e le sue idee come le migliori e non discutibili; è mancata una sostanziale democrazia interna; la sua visione politica è molto sensibile alle esigenze dei ceti sociali più influenti.
I percorsi di maturazione e condivisione del consenso sembrano essere sempre più condizionati da meccanismi che poco hanno a che fare con la conoscenza dei temi in discussione, con il confronto, con la comune appartenenza ad aggregazioni capaci di fare nascere visioni e progetti: è una situazione irrimediabile? Come recuperare il terreno perso in questi ultimi anni?
E’ un punto debole di tutte le società in un mondo globalizzato. Alla necessaria e paziente ricerca di un fondato consenso si preferisce far prevalere la forza dei numeri, a volte strumentalizzati, come nelle richieste di fiducia; al dialogo spesso si sostituisce la polarizzazione, un risultato immediato conta più di una consenso raggiunto con fatica e determinazione. Occorre una diversa educazione di base e un rinnovato senso civico, a cominciare dalla vita scolastica; non sarà facile recuperare il tempo perduto.
13 Ottobre 2016 at 16:53
Gentile Maria Pia, per dare una valutazione positiva o negativa di un Governo quale sistema usare se non elencare le cose fatte e giudicarle? Altra curiosità: quali sono i fatti che dimostrano la mancanza di democrazia interna durante la segreteria Renzi? Per quel che ho visto io le questioni sono state portate in Direzione Nazionale (che tutti possiamo seguire in diretta o in differita, a differenza di ciò che avviene per gli altri partiti) e votate. Se in Direzione Renzi ha una schiacciante maggioranza questo è segno di mancanza di democrazia?
Grazie dell’attenzione Carla Mantelli