Il Papa ha nominato segretario generale della Conferenza episcopale italiana ad interim mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano all’Jonio, responsabile della formazione teologica del clero per la CEI, docente di teologia nella Facoltà teologica dell’Italia meridionale e “parroco intellettuale” per più di trent’anni a Cerignola. Ne parla in un’intervista alla Radio Vaticana padre Federico Lombardi. Lo raccontano A. Tornielli sulla Stampa (“’Ho bisogno del vostro vescovo, perdonatemi’”), Paolo Rodari su Repubblica (“Alla CEI c’è un segretario in stile Francesco”), Carlo Marroni sul Sole 24 Ore (“Un vescovo di base per la CEI“). Ne scrive, con cautela, Sandro Magister sul suo blog (“Nella CEI il papa fa tutto da sé. Col ‘permesso’ dei fedeli di Cassano all’Jonio”). Per chi vuole c’è il video di una bella intervista rilasciata da mons. Galantino due anni fa a Cerignola, alla vigilia della sua ordinazione episcopale a Cassano allo Jonio. I suoi maestri? Rosmini e Bonhoeffer. Il suo messaggio da vescovo? “Pregate per me”.
3 Gennaio 2014 at 18:18
DIVORZIATO RISPOSATO, COMUNIONE VIRTUALE
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In attesa che la Chiesa con il buon Papa Francesco realizzi la speranza di noi tutti divorziati, e per giunta risposati, e cioè che finalmente ci perdoni e ci permetta di accostarci al Sacramento della Santa Eucaristia, io che quando ascolto la messa sento forte il desiderio di quell’ostia consacrata e vorrei tanto accostarmi all’altare e al sacerdote, e vorrei prenderla anch’io… soffro tanto, ma non oso fare ciò che non va fatto. Non lo faccio, ma comunque non demordo: seguo, attento, con lo sguardo i fedeli tutti in fila ed assieme a ognuno, io pure, quando sento la magia delle splendide parole “il Corpo e il Sangue di Cristo”, rispondo: amen! E’ una cosa che non vale perché è solo virtuale questo mio comunicarmi? Sarà pure così, ma io so pure che non faccio né peccato né alcun male se non voglio rinunciare a sentire quella gioia, anche se non è reale e, per me, “emarginato”, che di più non posso avere, è già tanto. Toccherà poi al Signore, alla fine dei miei giorni, giudicarmi e giudicare tutta quanta la mia vita. Sarà Lui, Giudice Sommo, che dirà con voce dura: “via da me, vecchio cialtrone” o, col cuore suo di Padre: “vieni, dai, ti ho perdonato”!
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