No, non sono solo parole

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Avevamo appena digerito low cost, budget, spread e qualcos’altro che ecco arrivare spending review, fiscal compact (persino fiscal cliff) con le annesse sigle tutte rigorosamente in maiuscolo ad indicare che qualcosa di grosso, sotto, ci cova di certo, ESM, EFSF e altre. Ma non si sta parlando di complicate faccende scientifiche (che il bosone in confronto pare un gioco per bambini) quanto delle più prosaiche questioni di portafoglio, per quelli che ancora riescono a gestirne uno in serenità.

È un’annosa questione: fino a che punto si tratta di pigrizia degli operatori della comunicazione che spesso non hanno voglia di trovare il corrispondente in italiano di parole adottate per comodità dal sistema mediatico globale, oppure siamo veramente nel campo di parole tecniche che non possono essere facilmente tradotte senza essere tradite? Lo scopriremo nel tempo.

Si avverte però una certa estraneità del cittadino comune che pure qualche paura di fronte alle questioni che riguardano il proprio denaro ce l’ha e si vede descrivere i tagli, le tasse, le rendite, gli investimenti con termini per lui un po’ astrusi. L’inglese oramai è conosciuto, certo, ma qui in Italia sarei ancora un po’ prudente.

Rimane sotto traccia, invece, la sensazione che spinge a pensare che il settore sia complicato, che conviene affidarsi agli esperti, che ci dicono cosa si deve pensare, fare, progettare. Che, in fondo, nel mondo della finanza ci si deve mettere nelle mani giuste e non pensare di fare da sé, altrimenti si rischia di brutto.

Nell’opera letteraria di un grande maestro c’è un teorizzatore di questo principio (l’avvocato Azzeccagarbugli) che ammoniva con severità il poveretto di turno (Renzo): “All’avvocato bisogna raccontare le cose chiare: a noi tocca poi a imbrogliarle”. Imbrogliarle, appunto, come sanno fare gli esperti. Quegli stessi che dall’alto delle loro capacità professionali, hanno inventato i sub prime o gli hedge fund, parole colorite, affascinanti, che poi, in realtà, si sono tradotte (nel senso stretto del termine) in piccoli e grandi drammi.

Conviene allora rispettare alla lettera i due inviti del noto professionista manzoniano: il primo, dissuasivo: “Benedetta gente! Siete tutti così: invece di raccontar il fatto, volete interrogare, perché avete già i vostri disegni in testa”. Basta fare domande, dunque, e impariamo qualcosa. Sì: “Imparate a parlare: non si viene a sorprendere così un galantuomo.”. Quanta saggezza! Ecco, impariamo noi a parlare, che, forse, ci capiremo meglio…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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