“ORSOLA”

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Domenica 18 agosto il Messaggero pubblica un articolo di Romano Prodi: “Due congressi e un conclave per costituire un esecutivo“, in cui si propone la strada di un esecutivo “Orsola”, tra i partiti che hanno votato Ursula Von der Leyen presidente della Commissione Ue. Mario Giro (di Demos, area Pd)  diceva all’Avvenire: “Sì a una coalizione Ursula per una rete di sicurezza”. Stessa proposta da Pierferdinando Casini al Corriere: “Nuova maggioranza? Chi votò Von der Leyen”. Così anche Ettore Rosato sul Messaggero: “Maggioranza più ampia dei due partiti”. E anche Renato Brunetta in un’intervista a La Stampa: “Sì a un governo sostenuto da tutti i partiti”. Sabino Cassese, sul Corriere, in un lucidissimo articolo, fotografava la crisi e le ipotesi di uscita, condividendo le condizioni poste da Prodi a una governo “Orsola” (cioè autocritiche, chiarezza, confronto serio…): “La confusione, la realtà e gli accordi che sono possibili”. Su La Verità Giorgio Gandola ironizzava: “Germania, Chiesa e Cgil votano per l’inciucio”. Matteo Renzi, intervistato da Il Giornale, diceva: “Ecco di chi mi fido davvero”. IL GIORNO DOPO: il quotidiano la Repubblica è prudente: Stefano Folli, “La mossa di Prodi e un patto difficile”; Ezio Mauro, “La buona politica e i grandi camaleonti”; Stefano Cappellini, “Ma non basta votare Ursula per essere un’alleanza”; Goffredo De Marchis, “Prodi apre ai 5stelle. Zingaretti frena, teme la scissione renziana“. Anche Marco Damilano (che però scriveva venerdì) sull’Espresso è diffidente verso il nuovo possibile ciorso: “I Mattei sbagliati”. In ogni caso sul Corriere Andrea Marcucci (renziano) dice: “Un’intesa per l’interesse nazionale…”. Sul Mattino Mauro Calise evidenzia “I 5 ostacoli da superare dopo l’autogol del Carroccio”. Le reminiscenze di Luigi Covatta sul Mattino: “Le convergenze parallele sessant’anni dopo”.

 

 

 

 

 

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