Abolire il Sant’Uffizio, oggi Congregazione per la dottrina della fede, e trasformare il palazzo che la ospita in un centro di accoglienza per i poveri, i migranti e i senza tetto. Lo suggerisce a papa Francesco l’anziano monaco benedettino, e teologo, Ghislain Lafont (“Lettera aperta a papa Francesco su una questione importante”). Di particolare interesse sono le sue motivazioni sull’opportunità di sciogliere l’ex Sant’Uffizio. Non ce n’è più bisogno, sostiene Ghislain Lafont, tanto più che la Santa Sede dispone ormai di istituzioni dotate di uno spirito aperto, “che non intendono definire nulla ma sono alla ricerca di una verità utile”, come il Pontificio consiglio per la cultura e la Commissione teologica internazionale. E si darebbe voce e responsabilità alle chiese particolari, alle conferenze episcopali e alle facoltà teologiche.
21 Luglio 2018 at 09:15
Condivido pienamente, tanto più dopo aver visitato a Palermo le prigioni di Palazzo Steri e aver constatato le tragedie umane frutto dell’ Inquisizione e della pretesa di stabilire una dottrina della fede rigida e vincolante, conculcando e sacrificando la libertà di pensiero personale.
D’altra parte, la destinazione dell’attuale sede del S. Uffizio ai poveri diventa testimonianza (autentica e simbolica, insieme) dei valori cristiani di cui Papa Francesco da’ quotidianamente esempio
22 Ottobre 2018 at 09:17
non solo il palazzo del Sant’Ufficio ,ma anche alcuni seminari ormai chiusi.
23 Dicembre 2021 at 22:43
La grandezza di P.Lafont e la concreta semplicita’ del maestro nel suggerire al papa di “convertire” il sant’uffizio in uno strumento di bene come riparazione al male che fece. Grandezza e semplicita’, le caratteristiche di Dio.