Sul suo sito Sandro Magister scrive che “La riforma della curia è già cominciata”. “Lo si capisce – dice – dai primi atti compiuti da papa Francesco. Tutti di rottura, compresa la sua decisione di non alloggiare nell’appartamento pontificio”. Magister fa un lungo elenco delle innovazioni che papa Bergoglio sta imprimendo al governo centrale, innovazioni che “in curia guardano con trepidazione, se non con terrore”. Anche Giacomo Galeazzi, su La Stampa, porta lo sguardo sulle prime scelte di papa Francesco riguardo alle relazioni nella gerarchia: “Il papa: i vescovi eleggano presidente e segretario” (a proposito delle nomine dei vertici della Cei). Luigi Accattoli sul Corriere mette in luce che “Torna il crocifisso di Montini e del Vangelo portato ai popoli” (a differenza del crocifisso scelto da Ratzinger…). Paolo Rodari su Repubblica del 7 aprile rileva che “Il papa tende la mano agli ortodossi”, e approfondisce la linea del ridimensionamento della figura del papa e della “carità nel rapporto con le chiese”. Roberto Monteforte sull’Unità racconta dell’insediamento di papa Francesco sulla cattedra di vescovo di Roma ( questa è la sua omelia). Sulla rivista Jesus un articolo di Giovanni Nicolini, “Papa Francesco, ‘fratello maggiore’ di noi peccatori”, e di Enzo Bianchi, “Papa Francesco, la preghiera esaudita di tanti cristiani”.